Un deputato cristiano inglese ha affermato che il Parlamento non dovrebbe sottostare alle pressioni degli 'umanisti' che non vogliono che si preghi all'interno dell'Istituzione.
Un deputato cristiano inglese ha affermato che il Parlamento non dovrebbe sottostare alle pressioni degli ‘umanisti’ che non vogliono che si preghi all’interno dell’Istituzione. Secondo l’Associazione Umanistica Britannica, infatti, il tempo dedicato alla preghiera è discriminatorio.
Steve Double, nella foto, deputato di St. Austell and Newquay, si è opposto all’idea, dicendo che le preghiere servono «per ricordare a noi stessi perché siamo lì e per chiedere l’aiuto, la forza e la guida di Dio mentre ci dedichiamo ai nostri impegni del giorno».
Come riportato su Christian.org.uk, il parlamentar Double ha affermato: «Per quanto mi riguarda, abbiamo già visto troppa erosione dell’eredità cristiana e delle fondamenta della nostra Nazione. Riconosciamo ancora l’eredità cristiana del nostro Paese in Parlamento in diversi modi e le preghiere sono soltanto uno di quei modi».
Double ha aggiunto che è importante mantenere «il promemoria quotidiano che siamo una Nazione fondata sui valori cristiani e su un’eredità cristiana molto forte».
Lo scorso anno il Consiglio del Denbighshire in Galles ha rifiutato di rimuovere le preghiere dalle sue sedute, nonostante le pressioni della National Secular Society.
I consiglieri hanno citato un caso legale riguardante il Consiglio comunale di Bideford nel Devon, in cui il Christian Institute ha difeso il diritto del consiglio di pregare.
L’Alta Corte ha poi stabilito che gli enti pubblici non devono essere laici per rispettare l’uguaglianza e il diritto dei diritti umani.
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