x

Selezionati per te (1 di 1 articoli):

<< >>

Coronavirus, perché tanti casi in Italia? Parla l’infettivologo Galli

Gabriele Giovanni Vernengo

Coronavirus, perché tanti casi in Italia? Parla l’infettivologo Galli

lunedì 24 Febbraio 2020 - 11:16
Coronavirus, perché tanti casi in Italia? Parla l’infettivologo Galli

Parla Massimo Galli, infettologo e ordinario di Malattie infettive all' niversita' degli Studi di Milano e primario del reparto di Malattie infettive dell'Ospedale Sacco.

«Perché in Italia ci sono così tanti casi di Covid-2019? Da noi si è verificata la situazione più sfortunata possibile, cioé l’innescarsi di un’epidemia nel contesto di un ospedale, come accadde per la Mers a Seul nel 2015. Purtroppo, in questi casi, un ospedale si può trasformare in uno spaventoso amplificatore del contagio se la malattia viene portata da un paziente per il quale non appare un rischio correlato».

Lo ha spiegato in un’intervista a ‘Il Corriere della SeraMassimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all’ Università degli Studi di Milano e primario del reparto di Malattie infettive III dell’Ospedale Sacco.

«Non sappiamo – continua Galli – quindi ancora chi ha portato nell’ area di Codogno il Coronavirus, però il primo caso clinicamente impegnativo di Covid-19 è stato trattato senza le precauzioni del caso perché interpretato come altra patologia».

«Quello che si può dire di sicuro – sottolinea Galli – è che queste infezioni sono veicolate più facilmente nei locali chiusi e per contatti relativamente ravvicinati, sotto i due metri di distanza».

LEGGI ANCHE: Coronavirus, quarta vittima in Italia: 84enne di Bergamo.

Per Galli è verosimile che qualcuno, arrivato in Italia in una fase ancora di incubazione e abbia sviluppato l’infezione quando era già nel nostro Paese con un quadro clinico senza sintomi o con sintomi molto lievi, infettando così del tutto inconsapevolmente una serie di persone.

«Se l’avessimo fermato alla frontiera – continua Galli – avremmo anche potuto non renderci conto della sua situazione L’infettivologo si augura che con l’arrivo della stagione calda i casi diminuiscano ma non ci possono essere certezze».

E focalizzando la propria attenzione sulla reale letalità di questa infezione, Galli afferma: «Per adesso, se dobbiamo parlare in base ai dati relativi alla provincia di Hubei, in Cina, la letalità è del 3,8% ma la letalità è più bassa se si considerano i casi fuori della Cina».

VACCINO?

Un possibile vaccino? Bisogna essere prudenti nelle previsioni. «Tuttavia – spiega in conclusione Galli – nel caso di Covid -19 l’infezione sta interessando tutto il mondo e quindi lo sforzo della ricerca è molto più robusto e diffuso».

Gabriele Giovanni Vernengo

LEGGI ANCHE: Coronavirus, Protezione Civile: “I sanitari non sono stati in grado di riconoscere i sintomi”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta