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Carnevale di Rio, dopo Netflix ancora un caso di blasfemia

Alessandra Barbato

Carnevale di Rio, dopo Netflix ancora un caso di blasfemia

lunedì 24 Febbraio 2020 - 22:02
Carnevale di Rio, dopo Netflix ancora un caso di blasfemia

Da ieri, in Brasile, impazza il famoso Carnevale di Rio. Ed è già subito polemica… a dir poco. Nel giro di poche ore, infatti, oltre 100.000 persone hanno firmato una petizione online.

Da ieri, in Brasile, impazza il famoso Carnevale di Rio. Ed è già subito polemica… a dir poco. Nel giro di poche ore, infatti, oltre 100.000 persone hanno firmato la petizione online “Say no to the Mangueira parade” (diciamo no alla parata di Mangueira) lanciata da un gruppo cattolico conservatore.

Campione in carica del Carnevale brasiliano, la scuola di samba di Mangueira ha rappresentato, nella sua parata, il ritorno sulla terra di Gesù che predica un discorso di tolleranza in una poverissima favela. Ma ciò che ha fatto infuriare migliaia di brasiliani, sia cattolici che evangelici per lo più, è stato il fatto che il Gesù messo in scena, si è incarnato in una donna, con la faccia nera e il sangue indigeno.

«Non è il Gesù della Bibbia, è una bestemmia. Mi sento profondamente offeso». Ha dichiarato commosso un’ultrasettantenne evangelica, Eleonora Teresa Sousa. Nella tranquilla penombra di una chiesa evangelica a Rio de Janeiro, Sousa si sente più vicina a Dio, ma soprattutto il più lontano possibile dall’esuberanza carnale del carnevale che si è scatenato fuori.

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La parata di Mangueira ha sfilato con una canzone dai forti riferimenti politici a partire dal titolo: «La verità ti renderà libero», un noto versetto Biblico citato più volte dal nuovo presidente Brasiliano, Jair Bolsonaro; e poi la paura di un «Messia con la pistola», Messia come uno dei nomi del Presidente.

La scuola di samba di Mangueira, situata nell’omonima favela arroccata su una collina che domina il leggendario stadio Maracana, è invece un bastione di resistenza all’ondata ultra-conservatrice che ha investito il paese per mano di Bolsonaro. Da qui il chiaro attacco politico al Governo, che ha gridato allo scandalo, insieme ad una enorme fetta di popolazione, non tanto per l’attacco in sé, quanto piuttosto per aver strumentalizzato, mistificato, stravolto, offeso, l’immagine di Gesù. Ancora una volta.

Già a dicembre, altre petizioni avevano richiesto un boicottaggio di Netflix, che aveva pubblicato un film in cui Gesù appariva gay.  «In un Brasile altamente polarizzato, le controversie di questo tipo si sono moltiplicate da quando Jair Bolsonaro è salito al potere un anno fa»,commenta il quotidiano Quebec, rilevando che il presidente brasiliano ha intrapreso una «crociata moralizzante, una vera guerra culturale».

«Il carnevale ha sempre avuto un tono politico, ma questa volta è più esplicito, perché siamo alla presenza di un governo reazionario», sintetizza lo storico Luiz Carlos Sim.

Una cosa è certa. Carnevale: “vale la Carne”, figuriamoci lo Spirito.

Alessandra Barbato

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