Lutto per la morte di Michael Nnadi. I suoi compagni di prigionia sono stati rilasciati.
Il sangue di un’altra giovane vittima bagna la terra della Nigeria, martoriata senza sosta da una dura persecuzione la cui morsa si fa sempre più stretta per i cristiani del luogo.
Alla lunga serie di cattive notizie che hanno già contrassegnato questo inizio 2020, si aggiunge quella dell’uccisione di uno dei quattro seminaristi rapiti l’8 gennaio da aggressori non ben identificati.
Pius Kanwai (19 anni), Peter Umenukor (23 anni), Stephen Amos (23 anni) e Michael Nnadi (18 anni) arrivavano da diverse diocesi della Nigeria settentrionale e avevano appena iniziato il loro percorso in seminario. Mentre due sono stati rilasciati il 31 gennaio e un altro è stato ritrovato, ferito, sul ciglio dell’autostrada, il più piccolo – Michael Nnadi – non ce l’ha fatta.
Il suo corpo è stato ritrovato senza vita, così come ha annunciato il vescovo di Skokoto, Matthew Kukah, in una dichiarazione dell’1 febbraio alla Catholic News Agency : «Con cuore molto pesante, desidero informarvi che il nostro caro figlio, Michael, è stato assassinato dai banditi in una data che non possiamo confermare. Lui e la moglie di un dottore sono stati arbitrariamente separati dal gruppo e uccisi. Il Rettore ha identificato il cadavere questo pomeriggio».
Sulla donna non si hanno ancora notizie precise.
Il vescovo Kukah ha raccontato di aver dovuto posticipare l’annuncio della morte di Nnadi affinché la madre del ragazzo potesse essere informata direttamente e non attraverso i media.
«Le abbiamo dato la notizia e io sarò con lei – ha detto il vescovo -. Il Signore sa. Rimaniamo forti e preghiamo per il riposo della sua anima».
«Michael era un seminarista giovane e dotato – ha raccontato uno degli insegnanti del seminario di Kadun ad ACN-. Era un orfano allevato da sua nonna. Solo poche settimane fa, dopo un anno di preparazione spirituale, era stato vestito nel sud. Sembra che il suo unico crimine sia stato il suo desiderio di servire Dio. Le forze di sicurezza e il governo hanno fallito».
«Sono sconvolto dallo scatenamento di un terribile male – ha aggiunto il dott. Thomas Heine Geldern, presidente esecutivo di ACN – La notizia del brutale omicidio di questo innocente giovane mi rattrista profondamente».
Purtroppo fatti di questo tipo si verificano spesso a Kaduna: come riferisce Zenit, secondo l’organizzazione americana Council on Foreign Relations (CFR), sono non meno di 114 le persone rapite nel mese di gennaio di quest’anno. La cifra più alta della Nigeria.
Good Shepherd, il seminario frequentato dai quattro giovani, ospita ben 270 studenti. Sito appena fuori dalla Abuja-Kaduna-Zaria Express Way, si trova in un’area nota per i rapimenti orditi da bande criminali: ad ottobre le studentesse e il personale di un collegio in zona sono stati rapiti e poi rilasciati.
Più in generale, sono numerosi i preti, i pastori e i seminaristi rapiti in Nigeria. Per alcuni è stato chiesto un salato riscatto, altri sono stati vittime di militanti islamici e gruppi terroristici.
«La situazione della sicurezza in Nigeria è spaventosa – ha commentato Thomas Heine Geldern – Le bande criminali sfruttano ulteriormente la situazione caotica e peggiorano ancora di più le cose».
Sempre più frequenti, dunque, gli appelli al governo da parte della chiesa locale perché si muova e faccia qualcosa.
Gina Lo Piparo