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Niger, la denuncia di don Armanino: «La jihad è una dittatura che mira ad annientare il Cristianesimo»

Gabriele Giovanni Vernengo

Niger, la denuncia di don Armanino: «La jihad è una dittatura che mira ad annientare il Cristianesimo»

martedì 11 Febbraio 2020 - 09:27
Niger, la denuncia di don Armanino: «La jihad è una dittatura che mira ad annientare il Cristianesimo»

Sempre più drammatica la situazione dei cristiani dello stato dell'Africa Occidentale

«La jihad ha preso troppo campo, attraverso la minaccia e il terrore, controlla gli stili di vita e le scelte quotidiane del popolo africano. L’obiettivo prefissato dal rapimento di don Pier Luigi Maccalli (avvenuto il 17 settembre 2018, ndr)? Sradicare la presenza cristiana dalla terra abitata del popolo gourmantché».

Così don Mauro Armanino ha descritto la condizione drammatica dei cristiani che vivono in Niger, dove la situazione – secondo quanto riferisce il religioso – è davvero apocalittica. I jihadisti minacciano la popolazione picchiando i passanti, bruciando libri e derubando le abitazioni. «Convertiti, è giunto il momento», questo il loro esplicito messaggio minatorio.

VIVERE IN UNA CONTINUA PAURA

«Niente feste, niente alcol, niente tabacco – così don Mauro Armanino, racconta le restrizioni imposte dai terroristi – niente alberi, niente scuole occidentali e niente cristiani. Le donne devono indossare il velo per essere protette dagli abusi e per proteggere di conseguenza i propri figli. Gli ospedali non vengono distrutti solo se, i responsabili delle strutture, affermano di volere difendere e divulgare la cultura islamica».
I cristiani, vivendo in uno stato di continua paura, evitano di uscire e si riuniscono a gruppi per pregare in segreto. Eppure il Niger riconosce (almeno sulla carta, ndr) la libertà religiosa ad ogni cittadino, ma, a quanto pare, lo stato non sembra essere tanto presente, anzi.
«Lo stato è assente – sottolinea don Armanino -. Era assente prima e lo è pure ora»

                                                                                                       Gabriele Giovanni Vernengo

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