Continua l’assedio alla comunità cristiana da parte del Partito Comunista Cinese, nonostante l’emergenza coronavirus. Secondo quanto riferito da cristiani locali, dei funzionari hanno sequestrato gli aiuti provenienti dalle chiese per gli ospedali di Wuhan.
International Christian Concern (ICC), organizzazione che si occupa dei diritti umani dei cristiani, fa sapere che un cristiano cinese, in un tweet del 27 gennaio scorso, ha esposto l’accaduto: « Alcuni cristiani d’oltremare hanno spedito forniture per servire gli ospedali locali. Tuttavia, le forniture sono state confiscate e il destinatario della spedizione è stato “invitato a prendere il tè con la polizia”» .
Nei giorni scorsi, il governo cinese ha rafforzato la presa sui luoghi di culto con l’introduzione di nuove rigide regole che impongono alle chiese di chiedere l’approvazione dello stato per grandi incontri e attività. Tale regolamento aumenterà il controllo dei rapporti tra la chiesa e le organizzazioni d’oltremare. Si prevede inoltre che la struttura della chiesa ne risentirà, poiché i cambiamenti del personale, i lavori di formazione e costruzione dovranno essere segnalati alle autorità.
Secondo la dichiarazione, i capi religiosi dovranno mostrare totale devozione al Partito Comunista Cinese:« Le organizzazioni religiose devono divulgare i principi e le politiche del PCC. Educare il personale religioso e i cittadini cristiani a sostenere la leadership del Partito e seguire la strada del socialismo».
Bob Fu, presidente di ChinaAid, altra organizzazione per la tutela dei cristiani, ha affermato che tali regole codificano la supremazia ideologica di leadership del Partito Comunista Cinese su tutti gli affari religiosi in Cina: «Domineranno tutte le sfere della religione, dalla selezione dei leader alla gestione finanziaria» .
Per la situazione in Cina, Mervyn Thomas, amministratore delegato di Christian Solidarity Worldwide (CSW) ha voluto fare un appello: «Chiediamo alla Cina di garantire che il diritto alla libertà di religione o di credo, come stabilito nella Dichiarazione Universale dei diritti umani, sia pienamente rispettato e sollecitiamo la comunità internazionale a prendere in considerazione queste altre preoccupazioni con impegni bilaterali e multilaterali».
L’epidemia del Coronavirus ha dimostrato di essere un altro ostacolo per i cristiani che hanno rinunciato ad ogni tipo di raduno. La paura di un contagio limita gli incontri e, nella solitudine, la fede è messa a dura prova. Un popolo sfiduciato, colpito e assediato deve fare i conti anche con una politica dispotica che non cede di fronte ad un avvenimento che necessita di comunanza e coalizione. Nonostante ciò, è notevole il gesto di quei cristiani di Wuhan che hanno distribuito maschere per strada e condiviso parole di fede, portando la luce in una città grigia dagli eventi.
Filippa Tagliarino