È quanto denuncia Massimo Gandolfini, presidente del Family Day e neurochirurgo, in relazione all'aggiornamento del codice deontologico.
«Una decisione sconcertante che segna una resa incondizionata della Federazione dell’Ordine dei medici alla cultura della morte e rinnega di fatto il giuramento di Ippocrate che obbliga il medico a non effettuare mai atti finalizzati a provocare la morte».
È quanto denuncia Massimo Gandolfini, presidente del Family Day e neurochirurgo, in relazione all’aggiornamento del codice deontologico, «che si adegua alla sentenza della Corte Costituzionale, che giudicando il caso Cappato – Dj Fabo ha depenalizzato l’aiuto al suicidio».
Per Gandolfini, «oggi è un giorno tristissimo, come medico con oltre quarant’anni di professione alle spalle: si rinnegano migliaia di anni di principi deontologici per adeguarsi a una cultura mortifera che colpirà i più fragili, che mortificati dall’abbandono terapeutico e dalle esigenze di risparmio richiederanno di farla finita».
D’altra parte, ha osservato il presidente del Family Day, «la sentenza della Consulta consente l’aiuto al suicidio anche per sofferenze psicologiche intollerabili. Dovere dei medici era quello di non piegare la testa a diktat di una società dello scarto, votata a un’autodeterminazione che si traduce nell’eliminazione del più debole».