L'anno scorso, durante diversi attacchi ad una chiesa cattolica nelle Filippine da parte dal gruppo Abu Sayyaf, affiliato allo Stato islamico, sono morte una ventina di persone.
L’ anno scorso, durante diversi attacchi ad una chiesa cattolica dell’Isola di Jolo, nel sud delle Filippine, da parte dal gruppo Abu Sayyaf, affiliato allo Stato islamico, sono morte una ventina di persone e un centinaio ne sono rimaste ferite.
Nonostante i media non ne parlano più da tempo, gli abitanti di Jolo ne sono rimasti gravemente traumatizzati. Per aiutare i sopravvissuti a superare il trauma l’agenzia missionaria cristiana internazionale Porte Aperte ha creato delle iniziative mirate.
«Anche se si comincia in maniera giocosa – afferma un membro dello staff – dopo pochi minuti, le lacrime vengono giù e le persone cominciano a raccontare molto dettagliatamente gli attacchi…».
LA TESTIMONIANZA DI UNA DONNA CHE HA PERSO LA FIGLIA E LE PROPRIE GAMBE
Durante gli attentati, una donna, madre di quattro figli, ha perso le gambe e una figlia. «La gente – racconta la donna – mi dice che va tutto bene perché i miei altri tre figli sono ancora vivi… ma io ho perso una figlia. I figli possono continuare a vivere anche senza la propria madre. Ma non sono sicura che il contrario sia possibile. È un dolore troppo grande».
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IL RACCONTO DI MARK: «QUEL GIORNO ERA IL MIO COMPLEANNO…»
Quel 27 gennaio, quando le due bombe sono esplose in quella chiesa, era il compleanno di Mark. Quell’attentato ha ucciso, tra le altre altre persone, anche la madre della sua fidanzata. Un anno dopo, Mark racconta: «Pensando a quanto successo, non ho molta voglia di festeggiare il mio complanno».
HADASSAH DI PORTE APERTE: «UN ATTACCO IMPROVVISO»
«Nessuno si aspettava un simile attacco», ha detto Hadassah, membro di Porte Aperte, che, a causa di quell’esplosione, ha perso un amico. «Una bomba – racconta Hadassah – è esplosa all’interno della stessa chiesa durante le funzioni religione. Chi si sarebbe aspettato tutto questo, in un paese con un’alta percentuale di cristiani?».
PREVISTI NUOVI ATTACCHI
A quanto pare, i militari dello Stato islamico stanno usando il sud- est dell’Asia come zona di ritiro e riorganizzazione, in vista di nuovi attacchi nelle Filippine.
Gabriele Giovanni Vernengo