Cos'è successo al ChristianDay di sabato 25 gennaio a Roma. Polemiche sullo stop all'Ave Maria sul palco. La nota di Angela Ciconte, presidente Più Italia.
Al ChristianDay di sabato scorso, 25 gennaio, tra la folla c’erano anche due sacerdoti. Gli organizzatori li hanno invitati a dare un saluto così da rimarcare l’unità di intenti tra i Cristiani e, non essendoci stata la possibilità di raccomandare il rispetto dei canoni stabiliti – ovvero che la manifestazione non era né religiosa né politica – il primo dei due preti stava cominciando a recitare l’Ave Maria. A quel punto, uno degli organizzatori lo ha interrotto.
Al termine dell’episodio, Sandro Oliveri, presidente di Cristiani per l’Italia, è intervenuto ma, a quanto pare, non è servito perché sui social media ci sono state varie reazioni contrariate da parte di alcuni cattolici.
Sulla vicenda da segnalare la nota di Angela Ciconte, presidente Più Italia e già presidente del Centro Aiuto alla Vita di Moncalieri.
«Trovo sconcertante che sedicenti Cattolici – ha affermato – rifiutino a priori parole come: dialogo, inclusione, ecumenismo, bollando come eretici gli organizzatori del ChristianDay, riesumando un clima divisivo e violento, tipo guerra di religione che l’Europa ha tristemente conosciuto, in netta contrapposizione tra l’altro con il Catechismo della Chiesa Cattolica».
«In una giornata che è stato un grande successo in termini di presenze e partecipazione, strumentalizzare lo ‘stop’ alla preghiera, prontamente ed immediatamente chiarito, in quanto organizzatori e partecipanti avevano proposto la manifestazione in unità di intenti ma non di preghiera né di argomentazioni politiche, è segno evidente di malafede. Lo dico da Credente, Cattolica, Apostolica Romana, da promotrice dei Rosari per l’Italia, per Salvini e tutte le persone che lavorano per il Bene dell’Italia».
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Christian Day a Roma.
«Sottolineo inoltre che il 29 dicembre a Torino con l’Associazione i 5 Sassi è stato proposto il Rosario in Piazza per dire NO alle blasfemie contro i Simboli Cristiani e NO alle persecuzioni dei Cristiani in Italia e nel mondo, ma i Cattolici ‘veri e puri’ che ora si battono il petto contro la preghiera ecumenica del 25 gennaio a Roma, non si sono presentati a pregare nemmeno a Torino. Quindi, mi domando se il problema sia l’ecumenismo o la semplice volontà di dividere sempre e comunque a prescindere dai motivi. Se ciò fosse, non farebbe onore alla Fede che diciamo di professare. Non dimentichiamo inoltre che Benedetto XVI ci indicò la strada dell’unità, preparando l’incontro con gli Ortodossi Russi nell’abbraccio sui Valori Comuni».
«Credo, quindi, che di fronte ai continui attacchi alla Vita, alla Famiglia Naturale, alla stessa figura di Cristo, sempre vilipesa e oltraggiata, Cattolici, Cristiani, Evangelici, Ortodossi hanno una missione comune da compiere: combattere il pensiero unico laicista portatore di una falsa libertà e di una cultura di morte, dominante nella politica, nella società, nei media e nella cultura. Mi rivolgo a chi (come ho detto al ChristianDay) anziché battersi il petto in un ‘mea culpa’, preferisce urlare uno scomposto ‘tua culpa’ che scivola in insulti che sono peggio della presunta ‘offesa’ subita e chiedo di fermarsi a riflettere se ciò che sta maliziosamente divulgando, rispecchia quanto avvenuto realmente. Il vero Cattolico non deve confondere il tradizionalismo con il bigottismo ma deve saper discernere almeno i fatti reali».
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