(GV) Dalla difesa all'attacco. Nel bacino del lago Ciad (nell'Africa Centrale), l'anti-terrorismo multinazionale cambia strategia.
(GV) Dalla difesa all’attacco. Nel bacino del lago Ciad (nell’Africa Centrale), l’anti-terrorismo multinazionale cambia strategia. Nel frattempo, nel territorio si continuano a registrare ripetuti attacchi, soprattutto nei confronti di alcuni villaggi cristiani, da parte di sospetti membri di Boko Haram.
Ad annunciarlo, ieri, il ministro delegato per la presidenza della Repubblica del Ciad, responsabile della difesa nazionale, della sicurezza, dei veterani di guerra e delle vittime dei conflitti, il generale Mahamat Abali Salah.
Secondo i media locali, il generale si è recato in visita a Bagasola, nella provincia del Lac, per incontrare vari funzionari militari e capi tradizionali locali. «Le forze armate ciadiane – ha detto Salah – sono rimaste molto a lungo sulla difensiva – ha detto Salah – Oggi però vogliamo passare all’offensiva: le forze armate e la Forza congiunta multinazionale sono state addestrate per questo».
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L’ATTACCO
Durante la notte di Natale, nel corso di un attacco condotto da presunti appartenenti al gruppo terroristico tre soldati ciadiani sono stati feriti in un attacco a colpi di mortaio, al confine tra Kaiga e Ngouboua, a 45 chilometri da Baga Sola. Un altro attentato (questa volta senza provocare vittime) si era verificato sull’isola di Kinasserom.
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LA REAZIONE
Da anni, nel bacino del lago Ciad opera una task force militare congiunta tra Ciad, Niger, Nigeria e Benin . L’obiettivo? Contrastare Boko Haram, che negli ultimi 10 anni ha causato la morte di quasi 30mila persone nella regione, provocando quasi 2 milioni di sfollati solo in Nigeria.
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