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Rifiuta di rinnegare la propria fede: schiava di Boko Haram da 2 anni

GinaLoPiparo

Rifiuta di rinnegare la propria fede: schiava di Boko Haram da 2 anni

venerdì 20 Dicembre 2019 - 14:23
Rifiuta di rinnegare la propria fede: schiava di Boko Haram da 2 anni

È stata definita una martire vivente: rapita insieme ad altre 104 studentesse, Leah Sharibu è ancora prigioniera dei terroristi nigeriani.

È stata definita una martire vivente: rapita insieme ad altre 104 studentesse, Leah Sharibu è ancora prigioniera dei terroristi nigeriani.

Ha trascorso gli ultimi due anni come prigioniera nella morsa di Boko Haram e, nonostante sia solo un’adolescente, la sua fede tenace costituisce un vero e proprio esempio per ogni cristiano. La Crux riporta l’intervista a Edward Clancy, direttore di Outreach for Aid to the Church in Need USA, dove si parla proprio di lei, Leah Sharibu, rapita insieme ad altre giovani studentesse della Government Girls Science and Technical School di Dapchi (Yobe, Nigeria).

Durante l’assalto cinque ragazze hanno perso la vita, mentre ben 105 sono state rapite dai terroristi. A marzo alcune delle prigioniere sono state rilasciate, ma Leah no: la sua ostinazione nel non voler rinunciare alla propria fede cristiana in favore di quella musulmana le è valsa la libertà.

«La fede di Lea in Cristo è sorprendente. È una martire della fede! – dice Edward Clancy- Dimentichiamo che la parola martire in greco vuol dire ‘testimone’ e che chi testimonia come Lea è un martire vivente. La sua fede ispirerà conversioni e approfondimento della fede. Dobbiamo pregare per il suo ritorno sicuro dalla prigionia e sostenere che si faccia di più per liberarla».

Purtroppo il caso di Leah non è isolato, ma si inserisce all’interno del più ampio contesto della persecuzione in Africa, fomentata anche dalla povertà locale e nutrita dalla radicalizzazione della gioventù: « Il Cristianesimo è costantemente sotto attacco in Africa. Oltre alla Nigeria, i paesi del Mali, del Burkina Faso, della Repubblica centrafricana e della Repubblica democratica del Congo hanno assistito a violenti attacchi contro i fedeli cristiani. C’è uno sforzo concertato da parte di gruppi negli stati del Golfo Persico per esportare e finanziare l’islamismo radicale. Analogamente alla Belt and Road Initiative cinese, le strade sono finanziate e vengono costruite moschee dove non ci sono musulmani. Quindi gli imam radicali si nutrono della povertà locale e della mancanza di istruzione per radicalizzare giovani e giovani. Se dicessi a qualcuno che nel mezzo del regno del terrorismo dell’ISIS, è stata la Nigeria ad avere il maggior numero di attacchi terroristici contro i cristiani, probabilmente avresti uno sguardo incredulo, ma è vero».

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Calncy descrive la situazione africana tracciando un quadro ove povertà, inefficacia del governo , corruzione e mancanza di istruzione costituiscono un mix esplosivo per  l’Islam radicale. I gruppi estremisti, come Boko Haram, non solo crescono e metttono radici ma si adoperano anche perché la situazione non migliori, contribuendo a mantenere un clima di disordine e instabilità.

«Mi vengono in mente le parole di Gesù sulla croce: ‘Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno’ – commenta poi immaginando un ipotetico incontro coi sequestratori della giovane Leah -. Sanno che ciò che stanno facendo è sbagliato e non vorrebbero sperimentarlo da soli, ma hanno paura di permettere qualsiasi dissenso . Vorrei chiedere loro perché hanno così paura di una giovane donna che crede diversamente da loro».

A  Maiduguri, Nigeria, luogo dov’è nato Boko Haram, gli aiuti alla Chiesa in difficoltà hanno inviato oltre $ 230.000 per supportare programmi che aiutino la ripresa delle comunità cristiane vessate da Boko Haram.

Gina Lo Piparo

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