La nave Ong tedesca Sea Watch 3, capitana da Carola Rackete, può ritornare a navigare. Lo ha deciso ieri il Tribunale Civile di Palermo.
La nave Ong tedesca Sea Watch 3, capitana da Carola Rackete, può ritornare a navigare. Lo ha deciso ieri il Tribunale Civile di Palermo. Dopo cinque mesi di fermo amministrativo (periodo in cui il mezzo marino è rimasto nel porto di Licata, in provincia di Agrigento) la nave può tornare a solcare i mari.
Dopo il sequestro avvenuto cinque mesi fa, per i gestori della nave (che aveva attraccato nel porto di Lampedusa e fatto sbarcare i 40 richiedenti asilo che erano a bordo da circa due settimane) si può aprire un nuovo capitolo. Secondo la Procura di Agrigento, la Sea Watch 3 veva violato il divieto di ingresso in acque territoriali imposto dal «decreto sicurezza bis».
Il dissequestro probatorio era stato notificato lo scorso 25 settembre , tuttavia persisteva ancora quello amministrativo. Il reato contestato dalla Procura di Agrigento, era la reiterazione della nave dell’ingresso in acque territoriali (sottolineando che il descreto sicurezza bis prevede il sequestro amministrativo) avvenuta il 26 e il 28 giugno.
Il primo giorno la nave era infatti entrata nelle acque italiane per la prima volta, mentre il secondo aveva gettato l’ancora in attesa di ricevere comunicazioni da un porto in cui attraccare.
La Ong così si era opposta, presentando ricorso.
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LA SODDISFAZIONE DELLO STAFF
Soddisfazione e gioia da parte del personale della Sea Watch che si affida, per l’occasione, ad un post su Twitter. « Sea Watch – si legge su Twitter – ha vinto l’appello al Tribunale Civile di Palermo: la SeaWatch3 è libera! Dopo più di cinque mesi bloccati in porto a Licata, ci stiamo preparando per tornare in mare. La giustizia trionfa sul (ex) decreto sicurezza».
Gabriele Giovanni Vernengo
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