È accaduto domenica sera a San Luigi dei Francesi. Stein Stephan, portavoce della chiesa, prende le distanze: « Non è un motivo che si possa cantare in chiesa, né a cuor leggero».
È accaduto domenica sera a San Luigi dei Francesi. Stein Stephan, portavoce della chiesa, prende le distanze: « Non è un motivo che si possa cantare in chiesa, né a cuor leggero».
Dalle piazze ricolme di Sardine alle chiese piene di fedeli. ‘Bella Ciao’, canto partigiano per eccellenza che va affermandosi sempre di più come generica colonna sonora contro ogni tipo di discriminazione, dopo essere stato intonato dai commissari UE e inserito in una compilation per i bimbi di un asilo nido di Bologna, è approdato anche all’interno delle sacre mura, non senza polemiche e né divisioni.
Dopo la celebre performance di don Massimo Biancalani nella chiesa di Vicofaro a Pistoia, che ha intonato il canto seguito da qualche fedele al termine della messa del 24 novembre, l’episodio si è ripetuto domenica a San Luigi dei Francesi, nella capitale, in occasione del concerto di Natale organizzato per aiutare i bambini del Burundi.
La reazione del leader della Lega Matteo Salvini non si è fatta attendere: “Roba da matti cantare Bella Ciao in chiesa una domenica sera a Roma. Ma vi pare normale??” ha scritto su Facebook a corredo del video dell’episodio. Anche Bruno Vespa, su Twitter, ha espresso il proprio disappunto con toni ironici: «Mi telefona Caravaggio. Senti,io sono uno sconsacrato. Ma sentire le Sardine cantare Bella Ciao qui a San Luigi significa che hanno proprio perso la brocca». Il riferimento al celeberrimo pittore è dovuto alle sue importanti opere conservate proprio all’interno dell’edificio sacro.
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Intanto anche Stein Stephan, portavoce della chiesa, ha preso le distanze del gesto: «Io non ero stato avvertito – a dichiarato ad Adnkronos -. Quando ho sentito il coro che ha intonato ‘Bella ciao’, anche se si è limitato al ritornello senza eseguirla tutta, ho avuto un sobbalzo. Se lo avessi saputo, avrei detto al maestro del coro di lasciare perdere. La canzone simbolo della liberazione dal nazifascismo non è un motivo che si possa cantare in chiesa, né a cuor leggero. Ci sarebbero dovuti arrivare da sé».
In riferimento alla denuncia salviniana, aggiune: «Salvini non mi piace molto come persona anche se mi trovo d’accordo con lui su alcune cose. Penso ai decreti sicurezza, che non vanno eliminati, ma anche alla legittima difesa: se ti entra in casa qualcuno tu devi poterti difendere. Sulle note di ‘Bella ciao’ condivido pure quello che dice».
Anche sulle Sardine, Stein Stephan si è espresso, precisando che non crede che il canto del ritornello celasse motivi di propaganda politica: «Ho sentito di questo movimento civico. E sono d’accordo con loro al 100% sul fatto di essere contro l’odio e contro ogni forma di razzismo per un mondo migliore, anche se vorrei capire meglio quali sono i loro obiettivi […]. Non credo sia stata propaganda. Ad ogni modo quella non era una canzone da cantare in chiesa».
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