I dissing sono un marchio di fabbrica tra i rapper e Salmo ne è famoso per le sue rime ad effetto contro vari esponenti del genere.
I dissing sono un marchio di fabbrica tra i rapper e Salmo ne è famoso per le sue rime ad effetto contro vari esponenti del genere. Ma questa volta, il rapper sardo, alias Maurizio Pisciottu, classe ’84, non ha risparmiato nessuno, neanche Dio.
«Buone feste del *****» e «buon Natale di *****» aprono il brano dal titolo discutibile Charles Manson, ovvero il criminale statunitense protagonista di uno dei più efferati omicidi della storia, in cui furono uccisi a Hollywood l’attrice Sharon Tate e i suoi quattro amici, come dissenso alla festività che proclama l’amore e la pace, temi molesti al rapper.
Il brano nella sua forma brutale come inno di un Grinch che asfalta le feste, prende di mira tutto ciò che ne consegue, tuttavia ciò che risulta offensivo oltre la soglia del rapper medio è l’attacco gratuito a Cristo.
Il dissenso alla fede cristiana, palesato in frasi come «A casa mia il crocifisso è un ricordo. Figlio di Dio, preferisco l’aborto» o ancora «Sto pezzo lo aspetti più di Cristo Risorto» risulta un chiaro invito a beffarsi della sacralità: quando l’agnello di Dio diventa un «Gesù Cristi Mc Bacon» è chiaro che la satira non sia più una canzonatura ironica, ma solo il pretesto provocatorio e insolente volto a bastonare una comunità intera che pian piano vede scemare il rispetto a un Dio sempre più deriso e sbeffeggiato.
Il disordine di una società anarchica sempre più ribelle, che rifiuta ogni gerarchia in terra, trova alquanto inutile affidarsi a quella platonica divina. Il nichilismo allontana sempre più dalla riverenza che era eredità vitale in uno stato che oggi si professa laico e che qualcuno confonde con ‘blasfemo’.
Filippa Tagliarino
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