Il leader politico britannico dei Tories, Boris Johnson, dopo aver ampiamente sconfitto il laburista Jeremy Corbyn alle ultime elezioni generali del Regno Unito (che si sono svolte il 12 dicembre e che hanno decretato i 650 membri della Camera dei comuni, che andranno a comporre il 58° Parlamento del Regno Unito), pensa subito al da farsi. Entro il 31 gennaio 2020 la Brexit sarà realtà. Ma cosa cambierà per gli italiani immigrati nel Regno Unito?
LA TRANSIZIONE
Dopo un periodo di trasizione che durerà un anno (dal 31 gennaio 2020 al 31 dicembre 2020) e che permetterà al governo inglese di trovare l’accordo con l’Unione Europea in merito alla circolazione di persone, beni e servizi, ogni cittadino europeo che vorrà recarsi in Inghilterra dovrà essere munito di visto, passaporto o permesso di lavoro, altrimenti le frontiere inglesi rimarranno barricate.
«Gli europei – ha detto Johnson nel corso di una recente conferenza stampa – devono smetterla di trattare questo Paese come se fosse il loro».
Già 2,4 milioni di cittadini europei che vivono stabilmente in Inghilterra hanno presentato domanda per regolarizzare la propria posizione utilizzando l’apposita App, collegandosi dal proprio pc o recandosi direttamente agli specifici sportelli.
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COME FUNZIONA LA PROCEDURA?
Gli stranieri che provengono dal vecchio continente (3,5 milioni di persone di cui 700.000 italiani). I residenti da più di cinque anni potranno chiedere il Settled Status, ovvero la residenza permenente in Inghilterra, dimostrando l’effettiva residenza continuativa e il contratto di lavoro in essere. Se la domanda verrà accettata potranno rimanere nel Regno Unito.
I residenti da meno di 5 anni dovranno chiedere il pre Settled Satus. Un permesso che sarà valido fino al termine del lustro e che poi andrà richiesto ex novo. Il pre Settled Status, però, non garantisce né sussidi statali né l’accesso gratuito al sistema sanitario nazionale inglese. Gli stranieri in possesso di pre settled status dovranno versare al National Health Service (Nhs) una tassa di 625 sterline a prescindere dall’effettivo utilizzo del servizio sanitario.
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E CHI È GIÀ IN REGOLA…?
Dei 3,5 milioni di expat europei oltremanica al momento hanno fatto domanda. Il restante milione di stranieri che ancora non lo ha fatto ha tempo fino a dicembre 2020 per mettersi in regola. Decorso questo tempo, gli irregolari verranno allontanati dall’isola in quanto clandestini e privi di ogni licenza di soggiorno valida in terra inglese.
COSA SI DOVRÀ FARE PER TRASFERIRSI?
Passato il periodo di transizione, sarà possibile trasferirsi nel Regno Unito, solo se si è in possesso di una proposta di lavoro. Il giovane che vorrà andare a vivere a Londra, cercando fortuna come cameriere, lavapiatti o barista dovrà rinunciare al suo progetto. In Inghilterra questo genere di stranieri, se non provvisti di regolare contratto di lavoro non sono più ben accetti.
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VISTI E PASSAPORTI
Oltre che della carta d’identità, ogni straniero dovrà essere munito di passaporto biometrico e del corrispondente inglese dell’americano ETA (Electronic Travel Authorisation), ovvero un visto dalla durata di tre mesi e che si richiede online.
È necessario il via libera della corona almeno 3 giorni prima del volo e poter dimostrare di non fermarsi in Inghilterra per più di 90 giorni. I furbetti che vorranno aggirare le regole, verranno allontanati immediatamente e segnalate alle autorità come persone indesiderate .
«Rendere più sicuri i nostri confini – ha sottolineato Il ministro dell’Interno Priti Patel, evidenziando uno dei vantaggi della Brexit – e tenere fuori criminali e spacciatori in arrivo dall’Europa».
Giovanni Gabriele Vernengo
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