Prima li ha definiti ‘cani’, poi li ha attaccati con un coltello: Al-Nasriyah è nuovamente luogo di cruenti scempi contro cristiani.
Prima li ha definiti ‘cani’, poi li ha attaccati con un coltello: Al-Nasriyah è nuovamente luogo di cruenti scempi contro cristiani.
Offesi perché cristiani e aggrediti violentemente con un coltello. È accaduto in Egitto ad una donna e ai suoi due figli di 16 e 22 anni, verso le 23 del 17 novembre.
Come sempre, a dare notizia dell’accaduto è Porte Aperte: l’Egitto si trova al sedicesimo posto della World Watch List che elenca i 50 Paesi dove i Cristiani sono più perseguitati, ma anche all’ottavo posto della top 15 che enumera i ‘campioni’ della violenza anticristiana, che si contraddistinguono per la crudeltà usata verso i seguaci di Gesù.
Un vicino estremista ha iniziato con l’insultare Houda Hanna – questo il nome della donna – e i ragazzi apostrofandoli come ‘cani’; davanti all’opposizione della donna, ha poi preso un coltello e aggredito duramente la stessa e, in particolare, il figlio maggiore, che ha riportato lesioni talmente gravi da essere rifiutato da due ospedali.
Solo nel terzo alcuni medici canadesi hanno accettato di curare il giovane, che per tre giorni ha lottato tra la vita e la morte. Houda Hanna ha avuto ventidue punti alla testa, il figlio minore sei in diverse zone del corpo.
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Nonostante l’atrocità dell’aggressione, la polizia locale ha catalogato come ‘normale’ la lite. Le vittime, per le quali invece si è trattato di tentato omicidio, hanno presentato ricorso, per cui l’aggressore è stato perseguito. Tuttavia, viene loro richiesto di seguire una procedura di riconciliazione con l’uomo e un parente della famiglia, testimone dell’accaduto, ha subito forti intimidazioni.
Il villaggio dove il cruento assalto si è svolto – Al-Nasriyah – non è purtroppo nuovo a questo tipo di avvenimenti. Sono continue le persecuzioni che i cristiani vivono, in virtù della loro fede, per mano degli estremisti salafiti e dei ‘Fratelli musulmani’ residenti nel villaggio stesso. Negli ultimi cinque anni le aggressioni sono diventate sempre più frequenti; nel febbraio del 2018 la chiesa copta ortodossa è stata data alle fiamme e non ci sono dubbi che si sia trattato di un evento intenzionale.
Gina Lo Piparo
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