Due espulsioni per motivi di sicurezza dello Stato. Lo ha comunicato il Viminale. Ecco i dettagli.
Due stranieri, un marocchino 24enne, residente a Torino, Mohamed Bendafi, e un imam 19enne bengalese, Jounayed Ahmed, residente a Padova, sono stati espulsi per motivi di sicurezza dello Stato.
Le indagini hanno accertato che entrambi condividevano una visione radicale dell’Islam: il marocchino aveva condiviso video che incitavano alla jihad, mentre l’imam avrebbe anche i bambini che frequentavano i suoi corsi di religione.
Salgono così a 454 le espulsioni eseguite dal 2015 ad oggi, di cui 91 nel 2019. Nel 2018 sono stati eseguiti 126 allontanamenti, mentre erano stati 105 nel 2017.
Il Viminale ha fatto sapere che il cittadino marocchino è risultato attivo su diverse piattaforme di social media: alcuni video da lui condivisi su Facebook sono stati rimossi dallo stesso social network perché contenenti espliciti inviti a recarsi in Siria per unirsi a gruppi jihadisti.
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Le indagini, compiute dai carabinieri del Ros, nell’ambito di un procedimento penale avviato nel 2017 dalla Procura di Torino, hanno accertato che l’uomo aveva intrapreso un percorso di radicalizzazione ed era collegato a un connazionale, tratto in arresto sempre dal Ros ad aprile 2017 nell’ambito dell’operazione JBook Primo e condannato per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere.
Come si apprende dall’Ansa, il cittadino bengalese, di professione imam e insegnante di religione presso l’associazione culturale islamica Bangladesh Cultural Center di Padova, il 14 novembre scorso era stato sottoposto dalla Digos alla misura cautelare dell’obbligo di dimora, disposta dal gip perché indagato per maltrattamenti nei confronti di minorenni e abuso di autorità, per le modalità con cui teneva le lezioni coraniche nel centro.
Era stato, infatti, documentato come Ahmed, insieme a un altro imam suo connazionale (tratto in arresto per le stesse imputazioni), fosse solito percuotere, umiliare e minacciare i bambini che frequentavano i suoi corsi di religione islamica. Lo straniero, inoltre, sottolinea ancora il Viminale, «è risultato connotato da una visione radicale dell’islam».
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