A nulla sono valse le spiegazioni della trentenne sulle proprie condizioni di salute e sull’intervento subito. La Fondazione Italiana Endometriosi: «Esigiamo delle scuse ufficiali».
A nulla sono valse le spiegazioni della trentenne sulle proprie condizioni di salute e sull’intervento subito. La Fondazione Italiana Endometriosi: «Esigiamo delle scuse ufficiali»
«Ma sta’ zitta che non sei degna di essere donna se dici una cosa del genere!»: è quello che Carmen Di Pietro, ospite a Radio Globo, ha urlato ad un’ascoltatrice che, in diretta radiofonica, era intervenuta spiegando di non essere in grado di andare al lavoro in alcuni giorni a causa del ciclo mestruale.
Era mercoledì 25 novembre e sulla pagina Facebook della radio è possibile ascoltare l’episodio, infarcito di battute al vetriolo, insulti e commenti sarcastici, nonostante l’ascoltatrice spiegasse di aver subito un intervento delicato malgrado la giovane età.
Tra conduttori sghignazzanti e gli insulti della Di Pietro, che ha definito «pazza» la ragazza in questione, la situazione non è stata recuperata in alcun modo. Il giorno seguente la trasmissione ha avuto il pregio di dare voce a Vania Mento, malata di endometriosi e testimonial della Fondazione Italiana Endometriosi, pregio che purtroppo non ha saputo degnamente valorizzare.
L’attivista, chiamando Radio Globo, ha chiesto di parlare con Carmen Di Pietro a proposito della patologia per la quale l’etichetta ‘ciclo doloroso’ si rivela un vero e proprio eufemismo. Purtroppo, però, i risultati non sono stati quelli sperati.
«Perché chi ha l’endometriosi e lavora nel privato va a lavorare e chi invece lavora nello statale non ci va? Sta dicendo cavolate. […] Per lei l’endometriosi è una malattia, per me non lo è», attacca la Di Pietro, perdendo l’occasione per fare un passo indietro, riconoscere il limite della propria ignoranza sulla questione e magari offrire spazio per la sensibilizzazione a chi da anni lotta per mandarla avanti.
Se per Carmen Di Pietro, infatti, l’endometriosi non è una malattia – non si capisce, poi, a che titolo faccia questa affermazione dato che il suo curriculum non sembra vantare alcuna laurea o competenza in medicina -, per il Ministero della Salute si tratta di una patologia inserita nell’elenco di quelle croniche e invalidanti, negli stadi clinici più avanzati, tanto che chi ne soffre ha diritto all’esenzione per alcune prestazioni specialistiche di controllo.
Altro che capricci, altro che pigrizia. L’endometriosi non è un nemico silenzioso. Il dolore – mestruale, durante i rapporti sessuali, alla minzione, alla defecazione (a volte con tracce di sangue nelle urine o nelle feci) – è il sintomo più evidente e sfiancante, dal momento che può essere cronico e persistente, ma generalmente più grave durante il periodo mestruale. In alcuni casi, esso è accompagnato anche da astenia, lieve ipertermia – più intensa durante le mestruazioni -, e fenomeni depressivi. A tutto ciò si aggiunge, nel 30-40% dei casi, la sub-fertilità o infertilità. «L’impatto della malattia è alto – asserisce il Ministero – ed è connesso alla riduzione della qualità della vita e ai costi diretti e indiretti».
La preoccupazione più grande della Di Pietro e dei due conduttori parrebbe essere l’esborso di denaro per pagare lo stipendio a dipendenti pubblici affetti dalla malattia: «Volevo chiederle – uno dei conduttori interroga Vania – , è impossibile andare a lavorare quando una soffre di endometriosi? Ci si riesce?».
Viene spiegato, allora, che la malattia presenta diversi stadi, ascoltando un ‘Va beh’ di sottofondo che prosegue con: «L’ha presa un po’ alla larga effettivamente [risponda] senza suddividere per stadi […] Probabilmente anche Carmen, e tanta altra gente all’ascolto, direbbe ‘Niente contro chi soffre di endo….eh…metriosi, ma a quel punto non dovrebbe lavorare magari nel pubblico’, nel senso che dovrebbe lavorare in altre strutture, ma così io non mi sento in dovere di pagare e sostenere la malattia di una persona che purtroppo soffre di questa patologia».
Agghiacciante. Probabilmente è la linea scelta per cercare di salvare il salvabile, tanto che Carmen ribadisce il pensiero rivolgendosi ad un’altra ascoltatrice, autista di mezzi pubblici, che spiega di riuscire ad eseguire il proprio lavoro perché affetta da endometriosi ad uno stadio non elevato. «Se hai un grado alto di endometriosi ti licenzi e non fai quel lavoro», dice la showgirl.
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Poca importanza, dunque, se si è investita la propria vita per formarsi in un certo settore divenendo professionisti competenti: se hai l’endometriosi – o qualunque altra patologia invalidante, a questo punto – meglio lasciare il posto a chi gode di miglior salute, anche se meno capace di te.
Dove sono finiti tutti i bei discorsi sull’empatia, l’aiuto, l’integrazione e l’uguaglianza, che ormai quotidianamente riempiono l’opinione pubblica? Perché una giovane ammalata deve trovarsi davanti allo strepito dell’ignoranza e dell’insensibilità che le urla sciocchezze contro? Perché una donna matura urla contro una ragazza e la relega in un angolo per un problema di salute radicato nella sua stessa femminilità, anziché supportarla dandole voce e lottando perché la società le offra i mezzi per vivere in una condizione il più possibile paritaria? D’altronde, il Parlamento sta valutando una proposta di legge sul congedo mestruale per chi soffre di dismenorrea, ossia di dolori legati al ciclo mestruale di gravità tale da non consentire il normale svolgimento della vita.
Si poteva dare voce a questo. Si poteva ascoltare, imparare e magari anche diffondere una corretta informazione, ma si è preferito dare luogo all’ignoranza e offendere chi vive già una condizione abbastanza delicata sotto il profilo fisico e psicologico. Si poteva dir loro che sono vere donne, di quelle che lottano per realizzarsi, nonostante tutto, affrontando giganti che altre nemmeno immaginano. E invece le si è definite delle pazze. Le vere donne dicono sciocchezze dietro ad un microfono.
Gina Lo Piparo
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