Approvato in questi giorni dall’Assemblea regionale siciliana (Ars) il disegno di legge che prevede la riduzione degli assegni. I dettagli e le reazioni.
38 i voti a favore: i grillini si astengono, Figuccia unico contrario.
Approvato in questi giorni dall’Assemblea regionale siciliana (Ars) il disegno di legge che prevede la riduzione degli assegni. 38 i voti a favore, astenuto il Movimento Cinque Stelle (che ha tirato fuori in aula dei cartelli in segno di protesta) contrario solamente Vincenzo Figuccia, deputato dell’Udc e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia.
COSA PREVEDE IL DISEGNO DI LEGGE
Il taglio si articola in tre scaglioni: fino a 37 mila euro la riduzione vale il 9% circa. Oltre i 37 mila euro, la sforbiciata è più ampia del 5 per cento facendo salire il computo complessivo a circa il 14 per cento. Sopra i 62 mila euro il taglio sarà pari al 19% (il 10% in più del taglio base). La riduzione resterà in vigore per cinque anni e non si applicherà ai vitalizi che sono pari al doppio della pensione minima Inps. Quindi non avrà valore sotto i mille circa.
LE REAZIONI POLITICHE
Il Movimento Cinque Stelle non ha dimenticato di evidenziare il proprio dissenso al disegno di legge: «È una vergogna – ha commentato il capogruppo grillino Francesco Cappello – oggi tutto il Parlamento, con la sola eccezione del Movimento Cinque Stelle e nell’assoluto silenzio di quei deputati che hanno votato a favore di un vero e proprio indecente capolavoro, si è toccata una delle pagine più buie della storia di questa Regione».
A spiegare l’assenza alla decisione è stato invece Antonio De Luca. «La cosa che riteniamo più grave fra tutte – ha detto il deputato messinese – è il fatto che con un emendamento aggiuntivo sono state aumentate le base di calcolo per le pensioni future da 6 a 11mila euro. Non potevamo che manifestare contro una tale decisione che va totalmente contro lo spirito per cui era nata la legge».
«Mentre prima la pensione veniva calcolata solo sull’indennità – ha sottolineato il pentastellato Giorgio Pasqua – adesso sarà inclusa nel calcolo anche la diaria».
Dettagliato e diretto l’intervento del Governatore Nello Musumeci.
«Rispetto alla proposta originaria – ha commentato il presidente della Regione SIciliana – il taglio dei vitalizi approvato all’Ars è un passo avanti. Sarei andato appena oltre, però prendo atto del fatto che il Parlamento ha voluto affrontare e risolvere un problema assai serio soprattutto sul piano etico». È prevista una riduzione lineare del 9,25%, con un ulteriore 5% che si applicherà per gli assegni da 32 a 67 mila euro e il 10% per quelli oltre i 62 mila euro. Il testo stabilisce che i tagli siano in vigore solo per cinque anni. «Dopo – ha sottolineato Musumeci – ci sarà un’altra assemblea che adotterà altre decisioni. Non mi fate commentare il lavoro dell’Ars che che merita sempre rispetto».
Soddisfazione da parte di Diventerà Bellissima: «ll presidente Musumeci – ha commentato Giusi Savarino, a conclusione della seduta d’aula – ci ha chiesto di essere più incisivi. Il taglio del 9% non gli sembrava in linea con i sacrifici che si chiederanno ai siciliani e al resto degli italiani. Abbiamo così provato ad introdurre un sistema più giusto. Ci sono una quarantina di assegni mensili che valgono fino agli ottomila euro, in questo modo si taglia di più a chi prende di più».
«Il taglio dei vitalizi approvato – ha aggiunto capogruppo, Alessandro Aricò -,pone la Sicilia come seconda regione in Italia per l’entità dell’importo decurtato e la prima riguardo al risparmio che ne deriverà. L’accordo raggiunto in aula ha consentito di dare risposta a un tema giustamente molto avvertito dall’opinione pubblica, senza tuttavia cadere nella facile lusinga di decisioni demagogiche».
Gratitudine anche dal presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. «La legge appena approvata dal Parlamento siciliano – ha affermato Miccichè – consegna alla Sicilia il podio tra le regioni italiane. Dal punto di vista del risparmio, con un taglio annuo di 2 milioni di euro e 10 milioni di euro in cinque anni, siamo senza alcun dubbio i primi in Italia. Sfido chi ha vissuto sulla pelle dell’immagine della Sicilia a trovare una regione che abbia fatto meglio di noi. I siciliani, sbeffeggiati, insultati e denigrati per mesi, aspettano adesso le scuse di coloro che ci tacciavano di essere spreconi».
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«Il nostro testo – ha spiegato Antonello Cracolici, relatore del ddl – è in coerenza con l’accordo Stato Regione salvo evitare le conseguenze incostituzionali. Abbiamo preferito operare un sistema con tagli che evitino la possibilità di ricorsi difficili da difendere con eventuali grosse spese legali da pagare. Mentre lavoravamo – ha aggiunto il deputato dem – è stata emanata una sentenza della Corte costituzionale che ci ha dato, fra i tanti criteri, due principi irrinunciabili: quello di ragionevolezza e quello di temporalità. Il risparmio consisterà in un milione di euro sui vitalizi diretti e 600 mila euro sugli assegni di reversibilità».
«Qui – ha detto la grillina Angela Foti, contestando le parole di Cracolici – si sta parlando di vitalizi non di diritti acquisiti, si sta parlando quindi di privilegi».
La sua collega Roberta Schillaci si è detta «in imbarazzo» pensando alla distanza fra il dibattito d’aula e le voci dei 21 mila precari, dei cinquemila Asu, degli sportellisti e di tutte le categorie audite in questi mesi in commissione Lavoro.
Alle critiche mosse dai grillini, non poteva tardare la replica da parte della maggioranza.
«Dal Movimento Cinque stelle – ha tuonato Eleonora Lo Curto dell’Udc solo bugie sui vitalizi, mistificazioni e false verità per cavalcare l’onda populistica tipica degli agitatori e degli ispiratori dell’odio sociale. I grillini – ha proseguito la deputata – riescono a fare solo questo facendo credere che in questo parlamento regionale c’è una classe politica che si cura dei giovani, dei deboli e dei disoccupati, e una classe politica che tutela i privilegi. Niente di più falso e tendenzioso, anzi una trappola con la quale vogliono imprigionare l’intelligenza dei siciliani. Tutti – ha concluso la capogruppo dell’Udc all’Ars – sanno che dai tagli sui vitalizi effettuati da Camera e Senato non è stato utilizzato un solo euro per opere pubbliche, per iniziative a vantaggio dell’occupazione giovanile, le imprese e le persone in difficoltà. Le somme recuperate dal taglio dei vitalizi sono state accantonate non potendo entrare in nessuno strumento finanziario».
Dura e pungente la reazione di Figuccia. «Auspico che la staffetta a Cinquestelle sul dopo Cancelleri determinata ieri dalla commissione verifica dei poteri che ha definito la surroga di Ketty Damante, sia una mera coincidenza con quanto accaduto in aula – commenta Vincenzo Figuccia – Lascia esterrefatti l’atteggiamento ipocrita dei grillini che al momento clou della votazione, dopo mesi di urla contro i privilegi, hanno tirato via il cartellino lavandosi le mani come Ponzio Pilato. Pare che finalmente – continua Figuccia- si siano spartiti la veste di Cancelleri e mossi da una doppia morale, si siano accasciati, risultando assenti, negli istanti in cui dovevano dimostrare da che parte stare votando per il taglio. E invece l’unico voto contrario, il mio si registra sul tabellone dell’aula mentre i siciliani piangono il taglio più ridicolo di sempre. Miccichè resta coerente nella sua posizione che contesto da sempre ma i farisei grillini sono palesemente scandalosi resi obsoleti per un presunto «do ut des» consumatosi negli istanti precedenti l’inizio dei lavori. Insomma – sottolinea Figuccia una vergognosa Miccichetizzazione andata in scena in aula. Continuerò la mia battaglia – conclude Figuccia- a sostegno di chi lavora ogni giorno con dedizione, sacrificio e fiducia in una società più giusta che possa garantire una previdenza sociale dignitosa e proporzionale alle fatiche di una vita».
Gabriele Giovanni Vernengo
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