Heather Parisi ha raccontato a Live - Non è la D'Urso il dramma che ha vissuto per sette anni. Le sue parole.
«Voglio esprimere solidarietà alle donne vittime di violenza perché anche io ho subito violenza ma sono riuscita a salvarmi. È molto difficile raccontarlo perché ti vergogni, ti senti sola e ti subentra una rabbia interna che solo le donne che ci ascoltano da casa e hanno subito la stessa cosa possono capire. Non parlerò di luoghi, di date e soprattutto di lui ma cercherò di aggiungere dei dettagli».
Così ha raccontato Heather Parisi, ospite a Live non è la D’Urso, il programma condotto da Barbara D’Urso su Canale 5.
«Voglio dare alle donne il coraggio di alzarsi e andarsene via da casa – ha aggiunto la showgirl – perché bisogna essere forti, questo non deve più essere un argomento tabù o scomodo. Qualche anno fa timidamente ho tentato di raccontalo a qualcuno che era vicino a me, tre persone lo sapevano ma davanti a terzi giravano la faccia dall’altra parte perché è più comodo far finta di niente e non andare ad indagare».
«Mi sono sentita un pugile con le mani legate – ha proseguito Heather Parisi- perché sono stata picchiata per 7 lunghi anni con sberle, con calci e con pugni ma dalle violenza fisica una persona guarisce. Sono le minacce, il modo di parlarti e di buttarti giù a farti diventare complessata, ti portano a non amarti più e questo è ancora più pericoloso per una donna».
«Mi minacciava, mi diceva sei straniera nessuno ti crederà», ha aggiunto Heather Parisi, 59 anni.
«Lui mi minacciava, mi diceva sei straniera, crederanno a me, mi chiamava ‘gallina americana’ e io pensavo ‘gallina dalle uova d’oro’ semmai – ha concluso Heather Parisi – Adesso mi sento forte, protetta e ho voglia di trasmettere alle donne a casa questa mia forza. Io da un giorno all’altro ho preso la borsa con le mie cose per la danza che avevo in sala prove e non sono più tornata a casa, sono andata a vivere da un’amica. Non mi interessavano più i soldi, non mi interessava più la televisione, mi sono detta ‘non mi faranno più lavorare? Dubitò ma me ne sono andata lo stesso. Non dovete avere paura perché essere violentate psichicamente e mentalmente è una vergogna, dovete uscire e reagire!».
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