Oggi, 12 novembre, si ricorda l'attentato che colpì la base del continente italiano a Nassiriya nel 2003: 19 nostri connazionali morirono (12 carabinieri, 5 soldati e 2 civili).
Oggi, 12 novembre, si ricorda l’attentato che colpì la base del continente italiano a Nassiriya nel 2003: 19 nostri connazionali morirono (12 carabinieri, 5 soldati e 2 civili).
Per un sacerdote di nome Alex Zanotelli, però, quei militari non furono dei ‘martiri’: «Noi eravamo lì per difendere con le armi il nostro petrolio, guardiamoci in faccia e diciamoci queste cose, anche se purtroppo in Italia sembra impossibile dirlo e costa una valanga di insulti… ma è questa la cruda verità».
Inoltre, contattato dall‘Adnkronos, don Zanotelli ha affermato: «L’Iraq è davvero una grande patata bollente… Ma la presenza militare italiana non deve più esserci, non possiamo più stare in un Paese che abbiamo contribuito a distruggere. Diverso è il discorso relativo alla presenza civile italiana, di assistenza alla popolazione».
«L’Iraq è stato distrutto da una guerra completamente ingiusta, tutta costruita sulle menzogne dell’Occidente, contro cui una delle poche voci che si sollevò allora fu quella di Papa Giovanni Paolo II – ha sottolineato il religioso – il popolo è stato annientato, tutte le relazioni sono saltate. Restare in una situazione del genere è un obbligo morale per la comunità internazionale, anche per noi italiani, ma non con i militari: servono ben altre presenze per ricostruire quel territorio e rimettere in piedi quella società».
E ancora: «Cosa ci stanno a fare i soldati italiani in Iraq, come del resto anche in Afghanistan? Noi occidentali li aiutiamo a fare la guerra all’Isis? Ma se in Siria abbiamo abbandonato i curdi, che hanno davvero lottato contro l’Isis…».
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Alex Zanotelli
LE REAZIONI
Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, ex ministro della Difesa, all’Adnkronos ha affermato: «Preti così possono far perdere la fede. Il Papa, o chi per lui, dovrebbe esaminare le parole che per un cattolico possono essere vere e proprie bestemmie».
Matteo Salvini, leader della Lega: «Questo signore non sa quello che dice, dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa ai parenti dei nostri morti: è indegno di dirsi prete! Scriverò direttamente in Vaticano».
Giorgio Mulé, deputato di Forza Italia: «Le parole di padre Alex Zanotelli sui militari italiani uccisi in Iraq sono sovrapponibili a quelle di chi sostiene che Falcone e Borsellino furono vittime di un ‘incidente di lavoro’. Si tratta di bestemmie: nei confronti di chi le pronuncia c’è solo da provare un’infinita pena».
Emanuele Fiano del Partito Democratico: «Martiri? Non saprei, ma la lotta contro l’Isis è una lotta giusta. I nostri soldati sono lì all’interno di una missione internazionale, non dobbiamo dimenticare lo scopo complessivo della missione: sconfiggere un nemico della democrazia, che è l’Isis. Questo è l’obiettivo centrale della missione».
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