Il governo cinese ha vietato agli studenti africani di recarsi nelle chiese di cristiane per pregare con il pretesto di «prevenire l'infiltrazione straniera attraverso la religione».

Il governo cinese ha vietato agli studenti africani di recarsi nelle chiese di cristiane per pregare con il pretesto di «prevenire l’infiltrazione straniera attraverso la religione». Lo ha rivelato un’associazione che si occupa delle persecuzioni cristiane nel mondo.

Nel dettaglio, un gruppo di oltre 80 studenti africani che risiedono in una città nella provincia nord-orientale di Liaoning ha raccontato di avere ricevuto un ordine dal governo che gli proibisce di partecipare alle celebrazioni religiose.

Inoltre, un cristiano cinese ha raccontato che durante un simposio sull’infiltrazione antireligiosa tenuto dal governo locale nel mese di agosto, i funzionari hanno interrogato il responsabile di una chiesa sulle attività legate agli stranieri. Poco dopo il simposio, gli studenti extra-cinesi sono stati cacciati.

Il governo sta esercitando pressioni e minacce anche su altri luoghi di incontro per i cristiani. Quando, ad esempio, gli studenti africani hanno chiesto di essere autorizzati a partecipare alle riunioni in un’altra chiesa, sono stati respinti.

Un episodio analogo è avvenuto in un’università nella provincia centrale di Hubei, dove la comunità di una chiesa frequentata da oltre 40 studenti africani ha ricevuto minacce dai funzionari governatori con la richiesta di cacciarli.

Gli studenti adesso sono costretti a pregare in segreto, fingendo di incontrarsi per festeggiare dei compleanni. Uno di questi ha affermato di non capire come il governo possa affermare che esista una ‘libertà di credo’ in Cina se non si contente agli stranieri di tenere riunioni religiose, costrigendoli a vedersi di nascosto.

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