Meno interessati al futuro e più tradizionalisti nelle scelte: secondo Beppe Grillo togliere il voto agli anzianiporterebbe a scelte di più ampio respiro verso il futuro.
Meno interessati al futuro e più tradizionalisti nelle scelte: secondo il leader pentastellato togliere il voto agli anziani – più numerosi dei giovani in una nazione come la nostra – porterebbe a scelte di più ampio respiro verso il futuro.
«E se togliessimo il voto agli anziani?» la domanda di Beppe Grillo sul suo blog suona come una provocazione che si ricollega alla discussione sul voto ai sedicenni. A detta del fondatore del Movimento Cinque Stelle, la questione nascerebbe da una semplice constatazione: gli elettori anziani – che sono in crescita – non pensano al futuro.
L’intervento si apre con una citazione di Douglas J. Stewart: «Ci sono semplicemente troppi elettori anziani e il loro numero sta crescendo. Il voto non dovrebbe essere un privilegio perpetuo, ma una partecipazione al continuo destino della comunità politica, sia nei suoi benefici che nei suoi rischi».
Gli interessi degli anziani cozzano con quelli dei giovani: cosa può fare una democrazia? «L’idea nasce – scrive Grillo – dal presupposto che una volta raggiunta una certa età, i cittadini saranno meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni più giovani, e molto meno propensi a sopportare le conseguenze a lungo termine delle decisioni politiche. In tal caso, i loro voti dovrebbero essere eliminati del tutto, per garantire che il futuro sia modellato da coloro che hanno un reale interesse nel vedere realizzato il proprio disegno sociale».
La bassa partecipazione dell’elettorato giovanile alle urne potrebbe essere figlia di una mancata identificazione con un sistema politico gestito da persone di differente natura. Dati Istat alla mano, Grillo afferma che gli over65 In Italia sono oltre 13 milioni e mezzo; la classe più numerosa è la 65-69 anni, ma ci sono anche 17.630 centenari.
Gli anziani – categoria per la quale nel post non si indicano confini precisi – tendenzialmente non amano il progresso, come dimostrano gli esempi di USA e Regno Unito, dove le persone con più di 65 anni avevano molte più probabilità rispetto ai trentenni di essere contro i matrimoni gay, la legalizzazione della marijuana, gli investimenti sull’istruzione e la salvaguardia del clima e risultavano più inclini a votare Donald Trump e a credere che gli immigrati avessero un impatto negativo sulla società.
Il leader pentastellato cita l’indagine Istat del 2015 che mostra che dopo i 65 anni 1 persona su 5 non si interessa di politica, 1 su 3 oltre i 75 anni. Segue l’esempio della votazione sulla Brexit, dove i giovani – che avrebbero votato per rimanere in Europa – sono stati subissati dagli elettori più vecchi.
Ma non sarebbe discriminatorio privare del voto una fascia della popolazione? Secondo Grilli, no: «Gli anziani non sono un gruppo che può essere discriminato, come per sesso, etnie, o scelte sessuali, tutti diventiamo ugualmente anziani. Pertanto, una regola che tratta gli anziani in modo diverso dal resto della popolazione, influenzerà tutti allo stesso modo. Con un preavviso sull’attuazione di 5 anni, ad esempio, anche gli anziani di oggi non si sentirebbero messi in castigo».
Gina Lo Piparo
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