Al primo posto nella classifica dei Paesi più violenti verso i Cristiani, la Nigeria è dilaniata da continue uccisioni e rapimenti. Secondo Open Doors sono ben 3.731 le vittime del 2019.
Al primo posto nella classifica dei Paesi più violenti verso i Cristiani, la Nigeria è dilaniata da continue uccisioni e rapimenti. Secondo Open Doors sono ben 3.731 le vittime del 2019.
Altro sangue cristiano macchia la terra della Nigeria, vittima di un crudele massacro che pare non avere fine. Secondo quanto riportato da Morning Star News, nel giro di pochi giorni i pastori nomadi Fulani, militanti di fede musulmana, hanno ucciso una donna e rapito in tutto dodici cristiani, inclusa la moglie del pastore della chiesa di Godiya.
Ezra Haruna è il nome della donna, di fede battista, morta nell’attacco al villaggio di Ungwan Barau, nella contea di Chikun dello stato di Kaduna, nel nord della Nigeria. Altri quattro membri della stessa chiesa frequentata dalla donna sono stati rapiti, inclusa la moglie del pastore, Jummai Ido.
Secondo le dichiarazioni di un testimone riportate da The Guardian, i Fulani avrebbero fatto irruzione al villaggio attorno alle 4 del mattino, sparando a raffica e provocando la fuga di molti dei residenti. Pochi giorni prima avevano rapito anche sei studentesse e due insegnanti del collegio cristiano Engravers College, sito nello stesso stato.
Non si ha assoluta certezza sull’identità dei sequestratori, poiché nessuno ha rivendicato gli attacchi. In Nigeria molti rapimenti di studenti cristiani sono stati opera del gruppo jihadista di Boko Haram; tuttavia la collocazione geografica dell’avvenimento fa propendere per l’identificazione coi pastori militanti, come chiarito dall’International Christian Concern: «Boko Haram è diventato famoso in tutto il mondo dopo aver rapito più di 270 ragazze di Chibok in Nigeria in modo simile. Hanno anche rapito più di 100 ragazze l’anno scorso da Dapchi, in Nigeria. Tuttavia, spesso non lo fanno nella Cintura di mezzo. Ciò rende più probabile la responsabilità dei militanti Fulani».
«Indipendentemente da quale sia la fonte di questi attacchi – ha dichiarato l’organizzazione -, il governo nigeriano si sta dimostrando di nuovo completamente inefficace nella lotta contro l’illegalità e la violenza. Boko Haram ha visto una rinascita nonostante le continue azioni militari e la crisi militante in tutta la cintura centrale della Nigeria è stata continuamente ignorata».
I dati relativi alla persecuzione dei Cristiani in Nigeria sono davvero preoccupanti. Secondo il report World Watch List 2019 di Open Doors, essa è al dodicesimo posto tra i 50 stati dove la vita per un cristiano è assolutamente pericolosa. I dati in esame, relativi al periodo che va dall’1 novembre 2017 al 31 ottobre 2018, mostrano un elevatissimo numero di omicidi e, sebbene l’intensità del gruppo Boko Haram sia lievemente minore che in passato, questi continua a sfidare apertamente l’esercito nigeriano, che dichiara invece di averne azzerato la minaccia. La Nigeria figura al primo posto nella Top 15 della violenza anticristiana, con ben 3.731 uccisi nel 2019.
Mentre nel sud dello stato vige una maggiore libertà, i 12 Stati del nord sono sotto la morsa della Sharia, che impedisce ai Cristiani diritti, opportunità e protezione alla pari dei Musulmani. Nella zona centrale, invece, i mutamenti climatici e la desertificazione hanno portato ad una spietata lotta per le risorse. I Fulani e gli agricoltori indigeni, per lo più di fede cristiana, si scontrano col risultato che la maggior parte delle uccisioni di Cristiani avviene proprio per mano dei Fulani.
Intere famiglie vengono uccise nelle loro case, mentre i resoconti governativi sottostimano il numero delle vittime. Boko Haram è accusato di più di 30.000 morti e di aver sfollato 2 milioni dal nord-est della Nigeria nell’ultimo decennio; la violenza ha raggiunto anche Niger, Ciad e Camerun. Ai pastori Fulani si attribuiscono migliaia di vittime, secondo un crescendo che va dal 2016 ad oggi.
Mentre molti parlano di pulizia etnico-religiosa, l’International Christian Concern invita alla preghiera: «Per favore, prega per la sicurezza di coloro che vivono in questa zona violenta e imprevedibile. Inoltre, per favore, prega per le sei ragazze e due insegnanti che sono stati presi dalla loro famiglia e dai loro amici».
Gina Lo Piparo
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