Joe Bastianich, per anni volto di Masterchef, ospite dei Lunatici su Radio2, ha parlato di Chef Rubio ma non solo.
«Chi è Rubio? Se assumerei mai Chef Rubio in un mio ristorante? Non so neanche chi sia. L’ho sentito nominare, ma non ho mai visto un suo programma. Non so chi è».
Così Joe Bastianich, per anni volto di Masterchef, ospite dei Lunatici su Radio2.
Bastianich ha anche parlato naturalmente di altro: «La musica è sempre stata parte della mia vita, ho sempre suonato. Ora ho deciso di farlo in maniera più pubblica, era il momento. La musica mi dà la possibilità di esprimermi in modo molto diretto, divento un’altra persona».
«Ho iniziato a suonare la chitarra da piccolo – ha aggiunto l’imprenditore 51enne – Sono nato in America da migranti italiani, ho suonato, vissuto e conosciuto la musica per sentirmi un americano vero. Poi nella vita ho fatto tutt’altro, ora ho l’opportunità di tornare a suonare. Alla fine degli anni ’70-’80, a New York, ero un bambino italo-americano. Sono cresciuto in periferia, non ero solo: cercavamo tutti di trovare un’altra vita. Italiani, polacchi, greci, slavi… Stavamo tutti insieme, c’era uno scambio culturale molto importante nella sua semplicità».
Bastianich ha ricordato «quando mia nonna Erminia, che ha 99 anni, mi comprò la prima chitarra. E sempre mia nonna mi ha prestato 80.000 dollari per aprire il mio primo ristorante nel 1991. Avevo 23 anni, ho capito che il fallimento non era un’opzione e il successo era obbligatorio. Ho avuto fortuna, ma la fortuna viene fuori quando la preparazione incontra l’opportunità. Paura di fallire? La sera, da solo nel letto, ti vengono tutte le paure. Poi ti alzi, prendi un caffè e arriva una nuova alba».
Infine, sulla televisione piena di chef, Bastianich ha detto: «Forse dobbiamo tornare al classico. Lo chef alla fine è una persona che cucina per gli altri, dà sostanza e piacere ad altri. Lo chef è un po’ insicuro, deve essere sempre giudicato su ogni singolo piatto e sempre apprezzato e lodato per le cose che fa. È il momento che lo chef torni in cucina».
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