Il presidente della Turchia ha commentato l'accordo tra i curdi, il governo di Assad e la Russia per respingere l'offensiva che ha ordinato nel nord della Siria.
All’indomani dell’accordo tra i curdi, il governo di Assad e la Russia per rispondere all’offensiva della Turchia nel Nord est della Siria, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha fatto sapere che «l’approcio mostrato dalla Russia non sarà un problema a Kobane per l’attacco».
«In questo momento girano molte voci», ha aggiunto Erdogan, sminuendo così le basi dell’accordo di ieri per proteggere Kobane dopo il ritiro delle truppe americane.
Il presidente turco, inoltre, ha confermato l’obiettivo di Manbij, località strategica curda che si trova a ovest del fiume Eufrate: «Il nostro accordo con gli Stati Uniti prevedeva che Manbij fosse evacuata dai terroristi in 90 giorni. E’ passato un anno e Manbij non è ancora stata evacuata», ha detto.
Intanto, il ministro degli esteri di Vienna, Alexander Schallenberg, arrivando al Consiglio dell’Unione Europea a Lussemburgo, ha affermato: «È un po’ ironico e assurdo discutere di sanzioni e di misure come l’embargo sulle armi contro un paese che è formalmente in fase di adesione e che ha in corso dei colloqui con la Ue: l’Austria ritiene che questi colloqui sull’adesione, che sono stati congelati negli ultimi due o tre anni grazie al nostro governo, dovrebbero ora essere formalmente annullati».
«Non dovremmo lasciarci ricattare in alcun modo da Erdogan», ha aggiunto il ministro austriaco riferendosi alle parole del presidente turco sui migranti, «in passato ci sono sempre state tali dichiarazioni di Erdogan ma penso che l’accordo sulla migrazione con la Turchia sia ancora in vigore e che Ankara stia ricevendo i fondi».