L'indagine Datafolha mostra un avanzamento sempre più crescente per la chiesa evangelica in Amazzonia. Il 46% evangelici e il 45% cattolici.
L’indagine Datafolha mostra un avanzamento sempre più crescente per la chiesa evangelica in Amazzonia. Il 46% evangelici e il 45% cattolici.
A giugno di quest’anno il Vaticano ha mostrato preoccupazione per l’aumento degli evangelici nella regione amazzonica, ed a manifestato interesse ad aumentare la presenza della Chiesa cattolica in questa zona del Brasile.
Un documento pubblicato in quei giorni parlava della possibilità di ordinare alcune persone anziane, preferibilmente indigene, rispettate e riconosciute dalla loro comunità.
Infatti, nel comunicato pubblicato dal Vaticano riporta che la «Santa Sede sarebbe disposta a ordinare uomini sposati come sacerdoti», cosa che non è consentita ai sacerdoti.
Gli uomini sposati più anziani, riconosciuti oggi solo come diaconi, potrebbero avere un ministero e diventare sacerdoti nelle regioni dell’Amazzonia. La preferenza è che sono uomini di origine indigena.
Il documento afferma: «Affermando che il celibato è un dono per la Chiesa, chiediamo che per le aree più remote della regione, si debba studiare la possibilità di ordinazione sacerdotale delle persone anziane, preferibilmente indigene, rispettate e riconosciute dalla loro comunità, anche se avere una famiglia costituita e stabile, al fine di garantire i sacramenti che accompagnano e sostengono la vita cristiana».
Questa è la prima volta che il Vaticano considera gli uomini sposati come preti.
«Avremo la maggiore possibilità di ministri ordinati nelle loro stesse comunità, e quindi di celebrazioni eucaristiche più frequenti», ha affermato il vescovo Mário Antȏnio, che è anche vice presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB) in un’intervista con il G1.
L’interesse del Sinodo dell’Amazzonia, iniziato il 6 ottobre e durerà fino al 27 ottobre, discute su come offrire ai popoli remoti dell’Amazzonia l’accesso all’Eucaristia.
Un recente sondaggio di Datafolha mostra che la regione settentrionale del Brasile ha più evangelici dei cattolici. Ci sono il 46% di evangelici e il 45% di cattolici. La media nazionale è il 51% della popolazione che si considera cattolica e il 32% evangelica.
Mentre le chiese evangeliche si espandevano nella regione, la Chiesa cattolica non riuscì ad avanzare. Con 27.300 sacerdoti nel paese, ci sono pochi che lavorano nella regione amazzonica e da lì nasce il desiderio di usare i leader locali per costruire la fiducia della comunità.
L’antropologo francese Véronique Boyer, autore del libro Espansione evangelica e migrazioni nell’Amazzonia brasiliana, ha scrupolosamente studiato la situazione e capito che questo scenario era stato fissato dai piccoli missionari che hanno deciso di lavorare nell’Amazzonia, sottolineando che i primi missionari stranieri lavoravano già dove i preti non andavano.
«È dovuto più all’azione dei piccoli missionari autoproclamati – che inizialmente intendevano fondare la loro chiesa – che all’azione pianificata dalle chiese che inviano missionari», ha detto a Folha de Sao Paulo.
Il ricercatore Boyer afferma: «Non so se possiamo parlare di una certa arroganza della chiesa, ma sembra un po’ così. Ovviamente sacerdoti e vescovi sono ora molto preoccupati».
La conoscenza della Parola di Dio fa scuotere la popolazione nella conoscenza di Colui che ci ha amati per primo.
Nausica Della Valle
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