Secondo Bassam Ishak, presidente del Consiglio Nazionale Siriano, il vero obiettivo della Turchia è una "forma di pulizia etnica".
«La gente era così spaventata. Mi dicevano: ‘Ci stanno bombardando proprio ora!». Così Bassam Ishak, presidente del Consiglio Nazionale Siriano. «Riteniamo che l’offensiva sia un messaggio per i curdi e i cristiani di andarsene in modo che la Turchia possa spostare lì i rifugiati. Pensiamo sia una forma di pulizia etnica».
L’operazione turca inizialmente si è concentrata su una striscia di terra di quasi 100 chilometri tra le due città a maggioranza araba di Ras al-Ain e Tel Abyad, un’area a bassa densità. Tuttavia, in quella zona c’è anche una grande concentrazione di cristiani.
L’ultimo bilancio è di sette civili uccisi, tra cui due bambini. Ma è destinato a salire. Inoltre, la rappresaglia curda ha ucciso sei persone in Turchia con i colpi di mortaio.
Il presidente turco ha dichiarato che sono stati uccisi 109 combattenti curdi e le riprese video hanno mostrato decine di migliaia di civili in fuga, urlando contro Erdogan e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ritenuto responsabile perché non ha fatto nulla per impedire l’invasione di Ankara.
Infatti, lunedì scorso, tra i 50 e 100 soldati statunitensi hanno abbandonato i propri posti di osservazione a Ras al-Ain e Tel Abyad. Inoltre, i bombardamenti turchi sono stati effettuati con gli F-16 venduti dagli Stati Uniti.
Le forze di difesa siriane a guida curda (FDS), poi, avevano smantellato le loro posizioni di artiglieria pesante quando gli Stati Uniti avevano concordato con la Turchia di creare una zona cuscinetto lungo il confine.
Funzionari militari statunitensi hanno riportato al Washington Post che la Turchia stava prendendo di mira principalmente installazioni militari curde. Altri attacchi aerei, però, hanno colpito aree popolate, mettendo in pericolo dai 40mila ai 50mila cristiani.
La componente siriaca della FDS ha anche pubblicato un video di soldati cristiani che pregano in una chiesa dal titolo: «Il nostro dovere è proteggere la nostra terra». Si racconta che «villaggi sono stati saccheggiati, le donne sono state prese in ostaggio e molti uomini sono scomparsi. Diverse chiese sono andate distrutte e membri della chiesa arrestati».
Donald Trump, di fronte alla critiche subite da alcuni suoi alleati e avversari politici, ha definito una «cattiva idea» la decisione della Turchia di invadere il nord della Siria, affermando che «stiamo agendo come agenti di polizia, facendo un lavoro che altri Paesi dovrebbero fare».
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