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Professoressa atea, lesbica e femminista convertita a Gesù

Nausica Della Valle

Professoressa atea, lesbica e femminista convertita a Gesù

martedì 08 Ottobre 2019 - 10:09
Professoressa atea, lesbica e femminista convertita a Gesù

«Ho creduto che la mia sessualità lesbica fosse più pulita e di più alta scelta morale». Rosaria Butterfield, professore lesbico di sinistra, disprezzava i cristiani ma si è convertita.

«Ho creduto che la mia sessualità lesbica fosse più pulita e di più alta scelta morale». Rosaria Butterfield, professoressa lesbica di sinistra, disprezzava i cristiani ma si è convertita.

Lesbica, femminista, atea, la professoressa Rosaria Butterfield ha trovato Gesù. Ha vissuto quella che lei definisce una “conversione del disastro ferroviario”. Rosaria aveva una visione bassa dei cristiani e non amava affatto ciò che Gesù rappresentava. «Come professoressa universitario, ero stanca degli studenti che sembravano credere che ‘conoscere Gesù’ significava conoscere poco di altro. I cristiani in particolare erano cattivi lettori, coglievano sempre opportunità per inserire un versetto biblico in una conversazione.  Stupido. Inutile. Minaccioso». Butterfield continua: «È quello che pensavo dei cristiani e del loro dio Gesù».

Si impegnò in una vita di «santa sessualità» che significava un impegno per il matrimonio eterosessuale o il celibato. Butterfield è attualmente sposata con un pastore presbiteriano nella Carolina del Nord, con il quale sta crescendo quattro figli e condividendo la testimonianza dell’amore di Dio nelle chiese, nei college e nelle università di tutto il mondo con uno degli argomenti più controversi nella chiesa e nella cultura di oggi.

«Come professoressa lesbica di sinistra, ho disprezzato i cristiani … La parola Gesù mi è rimasta in gola come una zanna di elefante; non importa quanto sia difficile soffocare, non potrei tagliarlo fuori. Coloro che professavano quel nome comandavano la mia pietà e ira». Ha affermato la professoressa.

In quello che descrive come un disastro ferroviario, Rosaria Champagne Butterfield, ex professoressa ordinaria di studi di inglese e donne all’Università di Syracuse, condivide la straordinaria storia del suo viaggio verso Cristo, mettendo da parte il lesbismo, il femminismo e l’ateismo. Il suo libro di memorie, The Thoughts Thoughts of a Unlikely Convert, (I Pensieri Pensieri di un convertito improbabile) racconta quel difficile viaggio.

Butterfield aveva anche una relazione omosessuale impegnata, oltre a servire come consulente di facoltà per un certo numero di gruppi di studenti gay e lesbiche nel campus. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Ohio State University in letteratura inglese. Ha lavorato nel dipartimento di inglese e nel programma di studi sulle donne dell’Università di Syracuse dal 1992 al 2002 e durante la sua carriera accademica ha pubblicato un libro e molti articoli.

Butterfield ha fondato insieme al marito un ministero che si concentra sugli studenti universitari e spesso parla nelle sue chiese e università delle sue esperienze.

«Ho rotto con la mia compagna lesbica perché sentivo il peso del mio peccato, ma il mio cuore era un disastro. Non ho mai chiamato mia moglie mia moglie perché avevo respinto tutte le cose “eteronormative”». Continua il suo racconto Rosaria. «Ho respinto per anni l’idea che siamo “nati in questo modo”. Invece, ho creduto che la mia sessualità lesbica fosse più pulita e di più scelta morale».

«Mentre era atea, Butterfield ricorda di aver ricevuto molto odio in posta dai fan. Scoprì una lettera che non riusciva a classificare, ed è stata questa lettera che l’ha iniziata nel suo viaggio verso Gesù e la fede cristiana. Dice che era ‘dal parroco della Chiesa presbiteriana riformata di Syracus’. Era una lettera gentile e indagatrice».

Il nome della scrittrice della lettera è Ken Smith, la incoraggiò delicatamente a ‘esplorare il tipo di domande’ provocatorie come ‘Come sei arrivata alle tue interpretazioni? Come fai a sapere che hai ragione? Credi in Dio?’.

«Ken non ha discusso con il mio articolo; piuttosto, mi ha chiesto di difendere i presupposti alla base. Non sapevo come rispondere, quindi l’ho buttato via».

Nonostante però l’eliminazione della lettera, queste domande sono penetrate in profondità nel suo cuore e nella sua anima e incredibilmente trasformata da qualcuno che non sapeva pronunciare il nome di Gesù in qualcuno che non solo crede in lui ma lo adora anche come suo salvatore.

Nausica Della Valle