Anche il giornale della CEI si è scagliato contro Lorenzo Fioramonti e il suo pensiero sul crocifisso in classe.
«La Croce è per tutti».
Apre così l’Avvenire, il quotidiano della CEI, a proposito delle polemiche innescate dal ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, sul crocifisso in classe.
Pochi giorni fa, infatti, Fioramonti ha affermato, in sintesi, che il crocifisso in classe è una questione ‘divisoria’ e sarebbe meglio non mettere alcun simbolo religioso a scuola per rimarcare la laicità della scuola, suscitando molte polemiche.
Affermazioni che non sono piaciute all’Avvenire, secondo cui Fioramonti ha commesso «un grave errore comunicativo, sbagliato nei tempi e soprattutto nei contenuti».
«I crocifissi da togliere e da proteggere sono i poveri del mondo che andrebbero sollevati dalla miseria, i bambini sfruttati che gridano aiuto, i senza dimora che chiedono attenzione, i giovani che hanno bisogno di relazioni significative, gli abbandonati, i perseguitati, gli esuli, i malati, i profughi e i migranti», ha scritto Marco Pappalardo in un editoriale di prima pagina intitolato «Ma eliminarlo non si può».
«Amiamo i simboli, difendiamoli, e facciamolo con la consapevolezza di ciò che conta davvero. Ogni vittima deve essere soccorsa e liberata, ma nessuno potrà mai eliminare i crocifissi», ha aggiunto.
Sull’argomento, comunque, è tornato lo stesso Fioramonti, intervistato da Radio Capital: «Non è assolutamente una priorità, non è lontanamente tra le cose che io mi sono immaginato di considerare. A una domanda insistente e precisa mi sono limitato a dire che io credo in una scuola laica e mi sarebbe piaciuto vedere la costituzione e gli obiettivi dello sviluppo sostenibile sulle pareti. Invece di parlare del fatto che il ministero lavora per l’edilizia scolastica e per garantire la continuità didatticasi discute del crocifisso. Mi sembra davvero un segnale che questo paese ha bisogno di una ventata di novità e di un salto di maturità».
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