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Battezzarsi dopo una vita da ateo: l’ultimo desiderio di un malato terminale

GinaLoPiparo

Battezzarsi dopo una vita da ateo: l’ultimo desiderio di un malato terminale

mercoledì 02 Ottobre 2019 - 12:28
Battezzarsi dopo una vita da ateo: l’ultimo desiderio di un malato terminale

Era stato ateo per tutta la vita ma il 4 settembre ha deciso di compiere il passo più importante: battezzarsi e manifestare la propria fede in Gesù.

«Non hai mai pensato di predicare un sermone nella tua vita; ma oggi hai predicato», ha detto il cappellano prima del battesimo. «Hai avuto un impatto su persone che non conosci nemmeno».

Era stato ateo per tutta la vita ma il 4 settembre ha deciso di compiere il passo più importante: battezzarsi e manifestare la propria fede in Gesù.

Thomas Roberts, malato terminale affetto da cancro ai polmoni, è morto soltanto cinque giorni dopo la celebrazione ma il suo ultimo desiderio è riuscito a mobilitare l’intero UAB (University of Alabama Birmingham Hospital) che ha raccontato sui social l’incredibile esperienza di realizzare le ultime volontà dell’uomo, nonostante le sue precarie condizioni di salute.

Non ci sono state opposizioni all’iniziativa, infatti, ma la situazione presentava delle complessità di non poco conto: Thomas era in carrozzina e, soprattutto, era dipendente dalla sua bombola d’ossigeno, che non avrebbe potuto essergli staccata se non per pochi secondi. Il poco tempo che gli rimaneva da vivere, inoltre, richiedeva di trovare rapidamente una soluzione a tutte queste problematiche.

Ottenuto il consenso del dottor Ashley Nichols, dunque, il cappellano Corey Agricola e un team di operatori sanitari si sono messi all’opera. Grazie all’ausilio di una seggiovia è stato possibile immergere Thomas direttamente all’interno della vasca, in un momento di forte commozione, mista a gioia, nonostante tutto.

«Ora ci sarà grande gioia solo sapendo dove sta andando – ha dichiarato una delle sorelle dell’uomo, accorsa alla cerimonia -. Lui è in pace. È nato di nuovo. Potevi vederlo sulla sua faccia dopo il battesimo. È nato di nuovo».

La testimonianza di Thomas è stata un esempio. «Thomas, non hai mai pensato di predicare un sermone nella tua vita; ma oggi hai predicato», ha detto il cappellano prima del battesimo.

«Hai avuto un impatto su persone che non conosci nemmeno». Il cappellano Agricola ha ben vent’anni di servizio alle spalle, sette dei quali proprio all’UAB, ma ha definito il battesimo di Thomas Roberts come il più grande giorno della sua carriera.

David Gibson, nipote di Thomas, ha lodato il team dell’ospedale per la sua disponibilità e il pieno sostegno offerto: «Avete spostato tutto – tutti i dipartimenti hanno lavorato insieme per renderlo possibile. Do a Dio tutta la gloria, ma voi ragazzi siete stati forti».

Gina Lo Piparo