A Bologna il 4 ottobre si terranno i festeggiamenti dedicati al Santo Patrono della città e quest'anno il giorno di San Petronio sarà ricordato come quello del tortellino dell'accoglienza.
A Bologna il 4 ottobre si terranno i festeggiamenti dedicati al Santo Patrono della città e quest’anno il giorno di San Petronio sarà ricordato come quello del tortellino dell’accoglienza.
L’ idea arriva dall’Arcivescovo Mattia Maria Zuppi, presto Cardinale, che ha espresso il desiderio di consentire a chiunque di consumare un piatto della storia bolognese, anche a chi, per motivi religiosi, non può consumare carni suine.
Gli chef della tradizione, fedeli alla disciplina dettata dalla ‘Dotta Confraternita del tortellino’, che impone il ripieno di carne di maiale, mortadella e prosciutto crudo, rifiutano la concezione di sostituirne la ricetta originale con il pollo per l’alterazione del sapore caratteristico. Altri, invece, ne accettano la correzione per il presupposto culturale.
La disposizione della Curia ha suscitato polemiche all’interno del centrodestra, dove i candidati alle prossime elezioni regionali in Emilia Romagna di Lega e Fratelli d’Italia hanno attaccato l’evoluzione gastronomica.
«Il rispetto passa dall’accettazione da parte di chi arriva anche nelle piccole tradizioni locali, non nella loro rinuncia dalla parte della comunità che accoglie. Chi cede oggi sulle piccole identità a maggior ragione cederà domani sulle grandi identità». Queste le parole di Galeazzo Bignami, deputato e candidato FdI.
A rincarare la dose anche Lucia Borgonzoni, esponente della Lega, che ha affermato: «Snaturano anche i tortellini, pur di ammiccare all’Islam, che vergogna». E ha aggiunto: «Questa per certi è integrazione, per me è un’offesa alle nostre tradizioni che nulla ha a che fare con l’integrazione».
Paola Lazzari Pallotti, Presidente dell’Associazione Sfogline, ha smorzato i toni spiegando che la variante del pollo risulterebbe più leggera anche per gli anziani.
L’iniziativa del tortellino dell’accoglienza, però, risulta indigesta ai più tradizionalisti buongustai, che, nell’ammaestramento severo dei maestri Bolognesi, ne hanno trovato gradimento al palato in quell’eredità preziosa tutt’ora tramandata.
Filippa Tagliarino
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