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Giuseppe Conte è contro il diritto alla morte (e così ha spaccato la maggioranza sul fine vita)

Filippa Tagliarino

Giuseppe Conte è contro il diritto alla morte (e così ha spaccato la maggioranza sul fine vita)

lunedì 30 Settembre 2019 - 09:32
Giuseppe Conte è contro il diritto alla morte (e così ha spaccato la maggioranza sul fine vita)

Per il Presidente del Consiglio dei Ministri non esiste un diritto alla morte ma c'è quello per i medici all'obiezione di coscienza. Pensiero opposto a qualcuno all'interno del Partito Democratico...

Per il Presidente del Consiglio dei Ministri non esiste un diritto alla morte ma c’è quello per i medici all’obiezione di coscienza. Pensiero opposto a qualcuno all’interno del Partito Democratico…

La sentenza sul caso Cappato ha suscitato pareri dissimili anche all’interno del ‘governo giallorosso’.
Il premier Giuseppe Conte, tuttavia, sembra avere le idee chiare sull’eutanasia.
Se Monica Cirinnà (PD), pronta a far guerra ai pro-vita, ha già presentato in Senato un disegno di legge che prevede l’introduzione di un ‘farmaco letale’, Giuseppe Conte fa dietro front, mettendo in discussione un tema che i rossi reclamano urgentemente.
«Mentre non ho dubbi che esista un diritto alla vita, è da dubitare ci sia un diritto alla morte». Con queste
parole, il Premier si schiera apertamente contro il beneficio mortale, sottolineando la necessità che vi sia il diritto all’obiezione di coscienza per i medici, che, vincolati dal giuramento di ippocrate, il quale obbliga a concepire ogni possibilità per affermare il diritto alla vita sulla morte, trovano perplessità nel praticare l’eutanasia.
Conte, definendosi un cattolico, fa un affronto a quei laici che chiedono da tempo una laicale risoluzione, imponendo l’espulsione decisionale del Clero.
Nel calderone delle autorità contrastanti, trova spazio anche Matteo Renzi che con le sue affermazioni respinge l’attuabilità giuridica verso il malato: «Se toccasse a me, vorrei decidesse la mia famiglia». Il suo
intervento laico ha il proposito di sensibilizzare gli italiani, invitandoli alla comprensione su ogni isolata sfaccettatura del caso.
Il Premier scorge il crocevia dubbioso di una casta istituzionale in contrasto: spingersi con impellenza verso un appianamento legislativo, tralasciando la propria opinione personale, sarà il proposito di Conte, che ha aggiunto: «L’intervento della Corte Costituzionale non può sostituire un intervento legislativo».
Queste sono le parole decisive del Presidente del Consiglio… parole che, come l’ago di una bilancia, graveranno sull’incombenza che affligge il vaglio storico-sociale del nostro Paese.

Filippa Tagliarino

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