x

Selezionati per te (1 di 1 articoli):

<< >>

La risposta di un cappellano universitario all'affermazione: "Sono nato gay"

Voce Contro Corrente

La risposta di un cappellano universitario all'affermazione: "Sono nato gay"

sabato 21 Settembre 2019 - 10:01
La risposta di un cappellano universitario all'affermazione: "Sono nato gay"

Ecco come il sacerdote statunitense Mike Schmizt risponde a chi gli dice di essere nato omosessuale.

Ecco come il sacerdote statunitense Mike Schmizt risponde a chi gli dice di essere nato omosessuale.

(di Redazione) Si dice che ormai che bisognerebbe accettare e abbracciare ogni nostro ‘capriccio’ perché è l’unico modo per accettare chi siamo davvero. Le Scritture, tuttavia, dicono che «il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?» (Geremia 17:9).
Ebbene, questa frizione tra la società e la Bibbia è sempre più evidente nei temi del matrimonio tra le persone dello stesso sesso e dello stile di vita LGBTQ.
A tal proposito, un’affermazione comune è che gli omosessuali siano nati così. Ebbene, come riportato su Faithwire.com, Mike Schmizt, cappellano degll’Università del Minnesota (USA), ha spiegato al The Matt Fradd Show come rispondere a queste convinzioni.
Schmitz ha parlato in modo specifico ai credenti che pensano di provare attrazione nei confronti delle persone del loro stesso stesso, sostenendo che stanno respingendo la dottrina del peccato originale giustificando le loro azioni e ritenendo di avere ragione perché pensano di seguire la loro natura.
«Fondamentalmente ciò riguarda una delle dottrine fondamentali del Cristianesimo, il peccato originale. Ora, soltanto perché provo un’attrazione per qualcosa non significa che Dio lo stia volendo per me», ha detto Schmitz.
In pratica, solo perché ci sentiamo attratti da qualcosa non significa che sia intrinsecamete giusto. Se così fosse, il concetto di peccato – ha sostenuto Schmitz – non significherebbe nulla.
Il sacerdote ha incoraggiato le persone a discernere la differenza tra l’esperienza e l’identità. Solo perché proviamo qualcosa (che si tratti di tentazione, trauma o qualsiasi altra cosa) non significa che dobbiamo arrivare a una definizione di noi stessi.
Schmizt ha anche affermato che non respinge coloro che ritengono di essere «nati in questo modo», perché, in un certo senso, è stato davvero così: «siamo tutti nati con una propensione verso cose che sono orientate lontano dal perfetto disegno di Dio».
VIDEO: