In Cina le restrizioni religiose imposte dal governo sono tra le più dure del mondo. E non riguardano solo i credenti adulti ma anche i più giovani così da soffocare sul nascere la fede in Gesù.
(di Walter Giannò) In Cina le restrizioni religiose imposte dal governo sono tra le più dure del mondo. E non riguardano solo i credenti adulti ma anche i più giovani così da soffocare sul nascere la fede in Gesù.
Erik Burklin, presidente di China Partner, di recente ha dichiarato a Mission News Online che esiste una legge per cui “non puoi fare proselitismo o non puoi convertire nessuno di età inferiore ai 18 anni».
Ciò per contrastare quanto avveniva in passato, ovvero che molti genitori portavano i loro bambini in chiesa per partecipare a quelle che chiameremmo «classi scolastiche domenicali» e nelle quali su insegnano ai più piccoli «versetti della Bibbia, canzoni cristiane, e così via».
Adesso, però, le autorità comuniste hanno cominciato a stringere il guinzaglio delle attività del Ministero della Gioventù nel tentativo di impedire ai giovani di diventare seguaci di Gesù: «Molte chiese sono state informate dai capi dell’Ufficio Affari Religiosi che non possono più svolgere le lezioni domenicali – ha spiegato Burklin – Hanno anche messo una segnaletica all’ingresso di alcune chiese per indicare il divieto».
Lo scopo del governo cinese è chiaro: ‘sinizzare’ la religione e coltivare una maggiore devozione nei confronti del presidente Xi Jinping.
Per raggiungere questo fine si attua la persecuzione ai danni dei cristiani e il rafforzamento del culto della personalità del presidente cinese tra le comunità cristiane rurali. In sostanza, i funzionari del governo vogliono che i cittadini cinesi promettano fedeltà al presidente e vedano Gesù come un ‘elemento’ conflittuale che minaccia la sicurezza nazionale.
Walter Giannò