Il Consiglio di Disciplina dell'Ordine dei Giornalisti ha aperto un'indagine su Bruno Vespa dopo una sua intervista a Lucia Panigalli.
Il Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti ha aperto un’indagine su Bruno Vespa dopo una sua intervista a Lucia Panigalli.
(di Gabriele Giovanni Vernengo) È stato messo sotto giudizio dal Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti il giornalista e conduttore di Porta a porta, Bruno Vespa.
Alcune sue frasi, durante l’intervista a Lucia Panigalli, vittima di un duplice tentativo di femminicidio, hanno destato lo sdegno dell’opinione pubblica. L’intervista è andata in onda lo scorso martedì 17 settembre in seconda serata su Rai1.
«Lei è fortunata, perché è sopravvissuta. Tante donne vengono uccise. Se avesse voluto ucciderla, l’avrebbe fatto…»
Queste alcune delle affermazioni del conduttore, diventate oggi oggetto di aspra critica.
Parole dure dal sindacato Rai e dalla Commissione pari opportunità della Federazione Nazionale Stampa Italiana: «Di fronte ai continui episodi di violenza contro le donne la Rai dovrebbe essere promotrice di cambiamento culturale. E invece dobbiamo assistere all’ennesima intervista che mette sotto accusa la vittima. La commissione Pari Opportunità del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti chiede una maggiore attenzione alla Rai nella verifica delle trasmissioni dal contenuto particolarmente sensibile come questo, anche alla luce dell’adesione dell’azienda al Manifesto di Venezia per una corretta informazione contro la violenza sulle donne».
«Per noi – ha spiegato Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell’Odg – Vespa, al di là dell’inquadramento contrattuale con la Rai, resta un giornalista, finché è iscritto all’Ordine».
La commissione Pari Opportunità ricorda infine che «i compiti e le funzioni dell’Odg, ente di diritto pubblico, sono circoscritti a quanto stabilito dalla legge 69/1963 ed elencati negli articoli 11 e 20 – conclude la nota – arricchiti dai compiti della formazione professionale continua, stabiliti dalla legge 148/2011 e dal successivo DPR attuativo 137/2012».
«Di fronte ai continui episodi di violenza contro le donne la Rai – tuonano i sindacati Cpo – Fnsi e Usigrai – dovrebbe essere promotrice di cambiamento culturale. E invece dobbiamo assistere all’ennesima intervista che mette sotto accusa la vittima».
E, infine, gli stessi sindacati hanno lanciato un appello: «Diciamo all’Amministratore Delegato Fabrizio Salini e al Consiglio di Amministrazione che quanto abbiamo visto nelle due puntate citate è in palese violazione non soltanto delle norme deontologiche e del Manifesto di Venezia, ma del contratto di servizio».
Gabriele Giovanni Vernengo
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