Ecco il punto politico dopo l'ultimatum della Consulta fissato per il 24 settembre per colmare il vuoto normativo.
Ecco il punto politico dopo l’ultimatum della Consulta fissato per il 24 settembre per colmare il vuoto normativo.
(di Lilia Ricca) «Vogliamo legiferare su questa materia in modo positivo per garantire cure a chi ne ha bisogno. In gioco c’è la vita di tantissime persone». Sul tema del fine vita in discussione in questi giorni in Parlamento, prima dell’udienza del 24 settembre, si pronuncia la senatrice Paola Binetti (Udc), denunciando lo «sgarbo istituzionale» fatto dalla Corte al Senato.
La richiesta della Corte Costituzionale al Parlamento di legiferare sul tema dell’eutanasia e del suicidio assistito ha finora escluso totalmente il Senato. Il provvedimento è stato trattenuto dalla Camera fino ad agosto, poi è caduto il governo e ci si è avvicinati al 24 settembre, termine posto dalla Corte per colmare il vuoto normativo. «Chiediamo che il Senato possa esprimersi e provare a fare quella legge che non è riuscita a fare la Camera. Proprio perché siamo in un sistema bicamerale perfetto, non si può escludere il Senato da un tema importante come il fine vita». La funzione legislativa appartiene alle Camere.
«L’altro ramo del Parlamento ha goduto di una specie di monopolio», afferma il capogruppo di Forza Italia al Senato, Annamaria Bernini, nel corso di un convegno a Palazzo Giustiniani.
«Il Parlamento ha alzato bandiera bianca in maniera irrituale sulla possibilità di legiferare sul suicidio assistito e sul tema di fine vita. Non possiamo lamentarci dei giudici, se noi non esercitiamo i diritto di assumerci le nostre responsabilità», continua la Bernini, lanciando un appello perché il Senato possa esercitare il diritto dovere di legislatore per regolamentare questa materia.
Anche il Senatore azzurro, Maurizio Gasparri, si unisce a questo appello: «La Corte può cassare le leggi, ma a noi, Parlamento, non si può impedire di fare le leggi». Lucio Malan ribadisce che il Parlamento deve esercitare la funzione che la Costituzione gli assegna: «Noi pensiamo che tutti i partiti che si candidano in Parlamento devo autodefinirsi capaci di fare le leggi. Non è possibile tirarsi indietro: la funzione legislativa appartiene alle camere».
Quanto al merito, la Binetti ricorda che solo in quello che si chiamava Benelux, cioè Belgio, Olanda e Lussemburgo, c’è la legge sull’eutanasia. E continua: «Noi saremmo solo il fanalino di coda, il quarto Paese ad avere questa legge». «La Corte Costituzionale sospenda la decisione sull’ordinanza di remissione presentata dal Tribunale di Milano e il Senato abbia il tempo necessario per legiferare sul fine vita», è la richiesta rilanciata dal gruppo di Forza Italia di Palazzo Madama, che ieri, martedì 17 settembre, insieme a Fratelli d’Italia, ha presentato una mozione in conferenza dei Capigruppo.
La Corte, all’inizio della prossima settimana si pronuncerà sulla richiesta dei giudici lombardi sul caso di Dj Fabo, che nel febbraio del 2017 venne accompagnato in Svizzera da Marco Cappato per essere aiutato a morire dopo l’incidente automobilistico che lo aveva reso tetraplegico e cieco. Cappato, assolto dall’accusa di istigazione al suicidio, è ancora sotto processo per aiuto al suicidio, ma il Tribunale, nel febbraio del 2018 ha chiesto alla Corte un giudizio di costituzionalità sull’articolo 580 del Codice Penale. Giudizio che è stato sospeso in attesa di una legge del Parlamento, che non è ancora arrivata.
Lilia Ricca
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