In Irlanda del Nord migliaia di persone, di ogni estrazione politica, sociale e religiosa, hanno partecipato a una protesta silenziosa contro una legge tra poco in vigore.
In Irlanda del Nord migliaia di persone, di ogni estrazione politica, sociale e religiosa, hanno partecipato a una protesta silenziosa contro una legge tra poco in vigore.
(di Redazione) Migliaia di persone hanno partecipato a una protesta silenziosa a Belfast contro l’entrata in vigore imminente di una legge che liberalizza l’aborto in Irlanda del Nord.
L’accesso all’aborto, infatti, sarà liberalizzato dopo che i parlamentari di Westminster (il Palazzo sede delle due Camere del Parlamento del Regno Unito a Londra) hanno approvato nel luglio scorso un emendamento che rimuove molte delle attuali protezioni per i non nati.
Le modifiche entreranno in vigore il 21 ottobre a meno che l’esecutivo dell’Irlanda Nord, che è stato sospeso negli ultimi due anni, sia ripristinato prima di quella data.
Il corteo per Stormont (il luogo dove si trovano gli edifici parlamentari a Belfast) è stato organizzato dal gruppo NI Voiceless di cui fanno parte persone di diversa estrazione politica, sociale e religiosa (e ci sono anche atei).
A partire dalle 19 dello scorso venerdì, 6 settembre, i manifestanti hanno camminato in silenzio fino ai piedi dei gradini di Stormont dove sono rimasti in silenzio con la testa chinata e con le luci accese per sei minuti così da rappresentare le sei Contee dell’Irlanda del Nord.
L’organizzatrice Sarah Crutchley ha affermato che è stato un evento deliberatamente ‘solenne’ per riflettere la natura solenne della nuova legge in arrivo.
L’attivista ha affermato che, sebbene la questione dell’accesso all’aborto fosse ‘divisiva’ nell’Irlanda del Nord, i cambiamenti imminenti non rientrerebbero in «ciò che la maggioranza delle persone vuole».
«Mentre alcune desiderano una determinata liberalizzazione della legge, certamente non penso che le persone vogliano subire delle restrizioni legali», ha aggiunto.
Ha poi affermato che molte persone nell’Irlanda del Nord ritengono che la legge sia «imposta» e che ci sia molta «frustrazione» perché Stormont non può decidere da solo su questo tema in quanto le sue funzioni sono sospese.
Crutchley ha esortato le persone preoccupate a partecipare alla veglia a nome del «nascituro che non può parlare», aggiungendo che «questo è un momento delicato per l’Irlanda del Nord, dove i cittadini preoccupati, come me, di tutte le età, religioni e convinzioni politiche possono unirsi ed esprimere la propria profonda preoccupazione e insoddisfazione per la decisione presa a Westminster di imporre le leggi sull’aborto anche nel nostro Paese».
La nuova legge, infatti, aprirà le porte alla possibilità degli aborti fino a 28 settimane, per qualsiasi motivo, compresi la selezione di genere, la disabilità e i fattori socio-economici.
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