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Pavia: Il sindaco dice no a 'Giocanda' nelle piazze: "Fiabe gender? Non qui"

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Pavia: Il sindaco dice no a 'Giocanda' nelle piazze: "Fiabe gender? Non qui"

martedì 03 Settembre 2019 - 15:41
Pavia: Il sindaco dice no a 'Giocanda' nelle piazze: "Fiabe gender? Non qui"

Dopo il gay pride per i bambini di Catania, la nuova amministrazione di centro destra toglie spazi e soldi a un’iniziativa LGBT intesa a confondere i bambini.

Dopo il gay pride per i bambini di Catania, la nuova amministrazione di centrodestra toglie spazi e soldi a un’iniziativa LGBT intesa a confondere i bambini.

La giunta di centrodestra di Pavia guidata da Fabrizio Fracassi ha cancellato ogni forma di patrocinio al festival ‘Giocanda’: un festival omosessualista per bambini che un anno fa aveva radunato 2mila persone nelle strade e nelle piazze della città: vietato il centro e allontanata nel castello cittadino.
«Non diciamo no, anche se non condividiamo l’iniziativa dal punto di vista politico, ma, per motivi di sicurezza, possiamo concedere il castello, luogo prestigioso che intendiamo rilanciare e aprire ai pavesi», ha spiegato il sindaco Fabrizio Fracassi che, alla manifestazione, toglie sia il patrocinio simbolico che quello oneroso, circa 5mila euro la somma erogata lo scorso anno dall’amministrazione di sinistra guidata De Paoli.
Numerose sono le organizzazioni che animano Giocanda: figura Arcigay Coming-out, Liberi saperi, Teatro di Piuma ed Educatamente, ed altre del territorio, da Mamme Connesse a Kosmos al Museo di archeologia di Pavia.
La data scelta per animare il centro era quella del 21 settembre. Ma ora non potranno più farlo. Niente laboratori, giochi, videogame e momenti di lettura animata di fiabe arcobaleno, a tema Lgbt.
«È evidente che offrire spazi senza il patrocinio, significa farci pagare quegli spazi», sottolinea Gavino Starone, uno degli organizzatori di Giocanda. – Non è un evento a scopo di lucro, nessuno di guadagna. Questa è solo un appuntamento pensato per le famiglie pavesi.
E senza soldi pubblici si svela l’inconsistenza della ‘chiesa’ LGBT: «Ora rifletteremo. Spostare la manifestazione al castello significa snaturarla».
Dell’evento si sono svolte cinque edizioni in cinque anni, tutte patrocinate dal Comune di Pavia, ma promosse e organizzate da associazioni civiche territoriali, con obiettivi in gran parte ‘non divisi’, come la lotta al gioco d’azzardo e la valorizzazione del ‘gioco sano’, Un’occasione ghiottissima per i collettivi lgbt, che si sono prontamente inseriti nel programma, con i loro ‘giochi’ di indottrinamento rivolti ai minori.
Il sindaco Fracassi smorza le polemiche, spiega che «le attività non sono allineate ai programmi socio culturali previsti dagli assessorati coinvolti», fa sapere come «siano già in fase di realizzazione nuove iniziative per i bambini» e sottolinea: «Le opinioni politiche qui non c’entrano nulla. Quando ci sono di mezzo le famiglie e i bambini, un’amministrazione deve garantire la massima sicurezza, per questo abbiamo deciso di dirottare la manifestazione in castello. Le favole gender si possono raccontare anche lì».
Già altre volte è successo che un cambio di amministrazione politica comunale ha determinato la cancellazione o la fine del patrocinio per progetti gender destinati all’infanzia. È successo un caso anche a Trieste alcuni anni fa che aveva fatto discutere, il Gioco del rispetto, laboratorio ludico-culturale sorto presso alcune scuole di Trieste, in cui ai bambini veniva insegnato il valore delle pari opportunità: non è soltanto la mamma che stira i panni, non è soltanto il papà che cambia la lampadina; non è solo per bambini il gioco del lego, così come non è solo da bambine giocare con le bambole.
Da qui alla lotta agli stereotipi di genere e all’omofobia il passo era brevissimo. Il progetto aveva ricevuto 8000 euro dalla giunta triestina di centrosinistra, prima di venire sospeso dalla nuova giunta di centrodestra nel 2016. Una svolta simile si è riscontrata a Venezia, dove, a partire dal 2015, il sindaco leghista Luigi Brugnaro ha messo al bando la diffusione di libricini con fiabe lgbt per l’infanzia. E ci chiediamo: «Per quanto saranno ancora sospesi?».

Nausica Della Valle