Sandro Gozi (Pd) è finito nella bufera. Contro di lui Meloni, Di Maio e Calenda.
Sandro Gozi è il nuovo responsabile per le politiche europee del governo Macron. Nessun errore: l’ex sottosegretario Pd agli Affari Europei, vicinissimo a Matteo Renzi, ha lasciato la politica italiana per andare alla “corte” del presidente francese, da sempre affine ai renziani italiani.
Non si tratta però di un’assoluta novità: Gozi si era infatti candidato alle elezioni europee dello scorso maggio, non in Italia, bensì in Francia, nelle liste del partito macroniano “En Marche”. La sconfitta della forza politica del presidente determinò la mancata elezione dell’ex sottosegretario italiano, che però adesso viene ripescato e premiato.
Ma la cosa ancor più curiosa è che un esponente politico che ha avuto accesso a dossier riservati del governo italiano, adesso si occuperà delle medesime cose in quello d’oltralpe, senza avere chiaro di quale nazione fare gli interessi.
Per questo, la nomina di Gozi è diventata l’ennesimo caso “boomerang” per il Partito democratico. In primis, a sollevare critiche sulla vicenda è stata la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che ha chiesto al Governo di avere accesso agli atti che furono trattati dall’allora sottosegretario agli Affari Europei durante i governi di centrosinistra. Bordate contro Gozi anche dal vice premier Luigi Di Maio, che ha fatto sapere di essere disposto a studiare una misura per togliere la cittadinanza italiana al neo esponente del governo francese.
A destare maggiormente scalpore in queste ore è stato il “fuoco amico” interno al Pd dell’eurodeputato Carlo Calenda: “Non si entra in un Governo straniero. Non si tratta di un gruppo di lavoro, ma di ricoprire per due mesi nel Governo Francese la carica che ha ricoperto nel nostro Governo, conoscendo posizioni e interessi anche riservati non sempre coincidenti”.