Ecco di che si tratta e le contromisure per contrastare questo preoccupante esaurimento.
Acqua, cibo, fibre, legno e anidride carbonica. E’ stato ribattezzato come “Overshoot Day”, ed è il giorno n cui la domanda di risorse primarie supera la risposta di risorse biologiche che gli ecosistemi della Terra sono in grado di rinnovare di anno in anno. In poche parole, è finito già tutto poco dopo il primo semestre.
Anche nel 2019 il Pianeta Terra pare avere esaurito la sua scorta di risorse che dovrebbe bastare per tutto l’anno. L’Overshoot Day dovrebbe cadere di regola il 31 dicembre per dare alla Terra il tempo di rigenerare le sue risorse. Un ritardo, invece, batte il record già negativo del 2018 quando la data coincise con il primo agosto. Mai così presto. Quest’anno la data fatidica è caduta il 29 luglio.
Vediamo di capire meglio. Secondo i calcoli dei ricercatori, è come se l’umanità utilizzasse le risorse di quasi due pianeti. Pur considerando l’Italia come un caso isolato, secondo le stime del Global Footprint Network, per soddisfare i consumi degli italiani servirebbero delle risorse pari a 4,7 volte quelle che l’Italia genera ogni anno. Trent’anni fa l’Overshoot Day cadeva nel mese di ottobre, 20 anni fa verso la fine di settembre. Oggi non arriviamo ad agosto. Un sovrasfruttamento, quindi, senza precedenti dell’intero Pianeta Terra.
Come contrastare questo problema? Un metodo, ideato dal Global Footprint Network calcola il consumo delle risorse attraverso l’Impronta Ecologica. Pare che a livello globale, gli esseri umani utilizzino le risorse naturali ad un ritmo 1,75 volte più veloce rispetto alla capacità di rigenerazione degli ecosistemi. Il sovrasfruttamento è dovuto al fatto che gli esseri umani intaccano il capitale naturale del Pianeta, compromettendo ulteriormente la sua capacità di rigenerazione delle risorse.
Invertire la tendenza è possibile. Come? Occorrono delle posizioni ferme su alcuni punti. Un’analisi del Food Sustainability Index, l’indice realizzato dalla Fondazione Barilla con The Economist Intelligence Unit, spiega come oltre a ridurre lo spreco di cibo, si potrebbe cercare di non pesare troppo sugli stock ittici, che già sovrasfruttiamo per il 75%. Cosa succede fuori dall’Europa? Se tutti vivessimo come gli abitanti degli Stati Uniti, avremmo bisogno di ben 5 pianeti: negli Stati Uniti ogni cittadino spreca 95 Kg di cibo l’anno e le emissioni dei cosiddetti “Greenhouse Gas”, ovvero i derivanti dai combustibili fossili, dalla produzione di elettricità e dai trasporti, sono tra le più alte del mondo.
Lilia Ricca