“L’unico da piangere è il carabiniere”: le frasi delle Istituzioni per ricordare chi è davvero la vittima.
Si è fatto un gran parlare, negli ultimi giorni, degli assassini del vicebrigadiere 35enne Mario Cercello Rega. Si erano nascosti in un hotel di lusso, i due americani, dopo aver fatto fuori la loro vittima. E avevano tentato di fuggire.
I due ragazzi che hanno stroncato la vita del servitore dello Stato, sposato da appena un mese, hanno agito senza alcuna cura. Hanno accoltellato il vicebrigadiere, lo hanno lasciato a giacere nel suo sangue. E sono scappati.
E sarebbero scappati oltre, forse sarebbero anche tornati da dove sono venuti e rimasti impuniti. Chi lo sa. Di fatto, la giustizia ha fatto il suo corso. Ma nell’epoca del confine tra buono e buonista, le polemiche nascono anche quando non dovrebbero.
E così, sta facendo il giro del web la foto di uno dei due americani, bendati in caserma. Non con lividi, non picchiato: bendato, con le manette. Ma per qualcuno questo “è troppo”. E “non se lo merita”.
Così, a intervenire sono anche le istituzioni, in primis il Ministro degli Interni Matteo Salvini, che ha detto: A chi si lamenta della bendatura di un arrestato, ricordo che l’unica vittima per cui piangere è un uomo, un figlio, un marito di 35 anni, un Carabiniere, un servitore della Patria morto in servizio per mano di gente che, se colpevole, merita solo la galera a vita. Lavorando. Punto.
A Salvini fa eco Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia: A tutti quelli che ora si affannano a montare il caso del delinquente bendato in caserma vogliamo ricordare che la vittima è un carabiniere barbaramente ammazzato a 35 anni, il carnefice un balordo drogato americano. Punto.
Parole utili per evitare il capovolgimento dei ruoli. Quelli in cui l’omicida diventa vittima, diventa sinonimo di indifeso e inconsapevole.