L’allarme è stato lanciato da alcuni studiosi.
I cambiamenti climatici sono ormai inarrestabili. Lo sostiene Fabio Trincardi, direttore del dipartimento Terra e Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Una dichiarazione che suona un po’ come un’allarme, che si basa sui dati emersi da due ricerche condotte da Raphael Neukom, dell’Università di Berna, pubblicate sulle riviste Nature e Nature Geoscience. Praticamente, negli ultimi duemila anni, i mutamenti del clima e il riscaldamento globale hanno raggiunto un velocità mai vista prima.
Sono stati utilizzati 700 indicatori, come gli anelli di accrescimento degli alberi e i dati emersi dall’analisi delle carote di ghiaccio e dei sedimenti marini e lacustri. Cosa è emerso dalle ricerche? La “Piccola era glaciale” che si è verificata tra il XVI° e il XIX° secolo aveva toccato solo il 12% del pianeta, con picchi diversi fra le varie regioni. L’anomalia climatica medievale, un periodo caldo che si è verificato tra il 950 e il 1250, ha riguardato il 40% del pianeta. Oggi il riscaldamento climatico attuale riguarda il 98% della superficie del pianeta. I dati indicano inoltre un crescendo nelle temperature fino alla fine del ventesimo secolo, il periodo in cui si ferma l’analisi di Neukom.
“Quello che viene fuori con forza da questi studi è l’accelerazione dell’attuale cambiamento climatico” – commenta Trincardi. “Se durante i cambiamenti climatici del passato, il pianeta rispondeva in tempi diversi nelle varie regioni, adesso l’impatto dell’uomo sul clima è così forte che sovrasta tutto e il pianeta risponde globalmente”.
Lilia Ricca