Non si è mai arresa ed è diventata un’abile scalatrice
Giona ha 22 anni e vive con la sua famiglia in Trentino, a Riva del Garda. Quando è arrivata dall’Albania di anni ne aveva appena quattro e mezzo, e oggi studia Scienze del servizio sociale a Trento. La sua storia – raccontata a Today – parla di forza e determinazione, anche in mezzo alla sofferenza, e della sensibilità di chi decide di vivere la vita in tutta la sua bellezza, tirando fuori il tesoro che ha dentro. Giona, infatti, è una delle 189 mila persone sordocieche che attualmente vivono in Italia e grazie all’uso di specifici strumenti tecnologici, nonché di una grossa dose di tenacia, corre quotidianamente sul percorso per una vita sempre più autonoma e indipendente.
I suoi occhi riescono a percepire solamente luci ed ombre; per quanto riguarda l’udito, invece, è affetta da sordità profonda. Nel maggio del 2009, però, l’installazione dell’impianto cocleare ha segnato una svolta nel suo percorso: “Ha cambiato radicalmente la mia vita permettendomi di comunicare con gli altri ed entrando così maggiormente in relazione con il mondo circostante”. L’input è arrivato nel 2008, durante una settimana valutativa diagnostico-funzionale presso il centro di Osimo della Lega del Filo d’Oro, dove Giona e la sua famiglia hanno incontrato una bambina già dotata di impianto, constatandone le buone capacità percettive e acustiche.
La quotidianità di Giona è ricca di passioni, come ad esempio quella per il pianoforte, iniziato a suonare proprio durante la riabilitazione logopedica a seguito dell’impianto cocleare. Lo strumento le permette di mantenere alta l’attenzione sulle proprie modalità di percezione dei suoni, oltre a darle un forte senso di tranquillità e rilassamento.
Nel 2013, invece, è iniziata l’avventura dell’arrampicata, sia in palestra che in esterna grazie ad un gruppo che si occupa di accompagnare persone non vedenti o con disabilità motorie in montagna: “Se penso a tutto ciò che l’arrampicata mi può dare, posso affermare con sicurezza che tale sport mi dia un senso di libertà e autonomia senza precedenti, ricaricandomi di energia piena, incoraggiandomi a superare i miei limiti dandomi un grandissimo senso di pace interiore – spiega la ragazza – . Tutto ciò mi permette di non farmi pensare, in maniera temporanea, a quel dolore che, spesso, mi porto appresso. In altre parole, toccare quegli appigli, pensare alle soluzioni per poter superare un passaggio e riuscire a mettere la corda in catena mi fanno sentire viva. Di una vitalità che mi ricorda quanto vale la pena provarci nella vita e tentare di affrontare tutto ciò che ci capita con tenacia e grinta. Mi dà quindi la possibilità di ‘guardare’, anche solo per un attimo, a ciò che sono e a tutto ciò che di positivo possiedo, ricordandomi quindi, che non sono inutile e che valgo più di quanto possa pensare”.
Nel 2014 Giona è stata anche protagonista del docufilm “Il colore dell’erba”, che racconta l’adolescenza di due giovani non vedenti. Un’esperienza significativa, che le ha permesso di sperimentare il potere della condivisione: “Mi ha permesso di parlare davanti a delle persone che non conoscevo aprendomi così in maniera diversa e dando così quella che è la mia esperienza e la mia testimonianza. Una testimonianza unica nel genere, per via delle mie esperienze, ma ricca di forza e di coraggio. Un coraggio nel voler cambiare sé stessi, potendo così rendere un po’ migliore il mondo che ci circonda. Penso, inoltre, che quel progetto mi abbia motivata e spronata a non mollare, potendo in qualche modo continuare a credere nei miei sogni”.
I sogni. Uno di questi, è quello di lavorare a contatto con la gente. Obiettivo professionale di Giona, infatti, è diventare un operatore sociale, lavorando con famiglie e minori. “Ciò di cui sono sicura, è che in futuro lavorerò con le persone, perché il mio potenziale sta nella relazione con gli altri. Perciò, posso affermare che il sogno più grande è quello di prendermi cura delle storie degli altri, imparando a custodire quelle e farmele mie, perché credo siano imprescindibili per il mio percorso di crescita personale oltre che professionale”. Durante il secondo anno di studi, dal settembre 2017 al giugno 2018, Giona ha accettato la sfida di vivere fuori casa, presso un alloggio a carico dell’università di Trento: “Sebbene tale esperienza sia stata bella e positiva, tanto da volerla ripetere al più presto, è stata anche molto intensa e molto sofferta. Posso dire, infatti, che quel periodo mi ha insegnato a sperimentarmi di più, a rendermi conto maggiormente delle mie capacità e a capire che ce la posso fare, nonostante non sia tutto programmabile. Mi ha inoltre fatto capire che alcune mie problematiche dipendevano solo ed esclusivamente da me e che solo io potevo, in qualche maniera, cambiare atteggiamento. Questo mi ha permesso di acquisire nuove consapevolezze e di intraprendere percorsi terapeutici aventi come fine il mio benessere complessivo”.
Giona sogna di continuare a scrivere, viaggiare e conoscere nuove culture, scalare nuove vette e portare avanti un percorso di vita autonoma e indipendente costruendo anche un contesto familiare personale.
Da gennaio 2018 fa parte del Comitato Nazionale delle Persone Sordocieche, con l’obiettivo di promuovere la partecipazione attiva delle persone sordocieche sia all’interno dell’associazione che della comunità di appartenenza.
Gina Lo Piparo