Maria ha 51 anni ed ha conseguito un secondo diploma.
“Ci è stato detto che la scuola non era per lui, ma più mi dicevano così più io mi incaponivo. Dopo un pò di fatica e molti incontri, il preside ha accettato di riprendere mio figlio Alessio a patto che a seguirlo ci fossi anche io”. E’ questa la commovente storia di Maria Gariup, mamma italiana di cinquantuno anni.
La donna ha scelto di licenziarsi per tornare sui banchi di scuola e diplomarsi come tecnico agrario all’istituto Paolino d’Aquileia di Cividale, in provincia di Udine affinché anche suo figlio, affetto da autismo, potesse fare lo stesso. Già ragioniera contabile, mamma Maria, per amore del figlio ha conseguito un secondo diploma.
“Già finire le scuole medie è stato molto difficile per mio figlio, a causa dei continui cambi di educatori non qualificati e dell’inadeguatezza del sostegno che lo aveva seguito per tre anni e che lo aveva fatto regredire rispetto alle primarie. I servizi non hanno curato l’inserimento scolastico e il passaggio dalle medie alle superiori. Continuavo a pensare che se lo avessi lasciato a casa, se avessi tolto ad un ragazzo di 14 anni il diritto di frequentare la scuola, gli avrei tolto tutto”, racconta. I disservizi che Maria ha dovuto incontrare riguardano tutte le famiglie nella sua stessa situazione. “Le cooperative che mettono a disposizione gli educatori” – continua – vivono di appalti sempre al ribasso e questo fa sì che il personale cambi continuamente senza dare garanzia di una formazione adeguata”.
“Anche a me e a mio marito era parsa l’unica soluzione percorribile”. Il primo anno, la donna ha tentato la strada del part-time, il secondo ha lasciato tutto e si è dedicata solo ad Alessio e alla scuola. “Una volta in classe mi sono sentita di invadere un territorio, non solo con i ragazzi ma anche con gli insegnanti. Arrivare così di botto è stata dura, non solo per me e Alessio, ma anche per i nostri compagni. Nel corso degli anni si sono accorti che ero ‘una di loro’, non una mamma che rompeva le scatole e credo che mi abbiano voluto bene come sanno fare gli adolescenti”, spiega. Non solo studio, ma anche divertimento. “Io e Alessio abbiamo partecipato a tutti i diciottesimi, siamo andati in discoteca e a tutte le gite. È stata un’avventura, a volte faticosissima.
È stata la scuola a proporre a Maria di sostenere l’esame di maturità, visto l’impegno dimostrato nei cinque anni precedenti. “Per me si è aperto un mondo frequentando questa scuola”, aggiunge. “Ho scoperto quanto ami l’agricoltura e la terra, adesso vorrei diventare educatore con competenze agricole in qualche azienda. Alessio è stato già accolto da un anno da un’azienda agricola della zona, ma ora stiamo studiando un progetto serio, che gli regali competenze specifiche ma soprattutto l’autonomia”. “La cosa che mi preme di più, oltre al presente e al futuro di mio figlio, è dire agli altri genitori che non si scoraggino mai. Io ho studiato tantissimo e ho avuto la possibilità di lasciare il lavoro, so che non tutti se lo possono permettere, ma so anche che una soluzione, se si vuole davvero, si trova sempre. Infine, vorrei che la nostra società capisse che i problemi non si possono ignorare, le persone autistiche o con disturbi non si possono escludere pensando di risolvere così la questione. Ci vuole impegno, ma il fatto che si parli tanto di autismo è perché i numeri sono importanti e allora bisognerebbe strutturare la nostra società in maniera che sappia dare una possibilità anche a loro”.
Lilia Ricca