A guidarli c’è Aboubakar Soumahoro, 39enne italo-ivoriano.
Sono circa sessanta i braccianti immigrati del foggiano che ieri, 16 luglio, attorno alle 11.30 hanno occupato in segno di protesta la basilica di San Nicola di Bari, chiedendo il rispetto dei propri dritti di lavoratori e, prima di tutto, di esseri umani. Con un video su Facebook Aboubakar Soumahoro, 39enne italo-ivoriano dirigente dell’Unione sindacale di base, ha annunciato il via della protesta, durata circa tre ore e conclusasi con le rassicurazioni dell’arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Francesco Cacucci.
“Papa Francesco dice che ‘il lavoro conferisce dignità all’uomo’ – ha detto il sindacalista – invece il nostro è un lavoro privo di dignità e diritti. Per questo abbiamo deciso di lottare per la riconquista dei diritti sindacali, abitativi, previdenziali e di sicurezza sul lavoro. Una lotta in ricordo dei tanti braccianti morti nella filiera agricola e per chiedere il rilascio del permesso di soggiorno al fine di uscire dall’invisibilità imposta”. Il messaggio si è chiuso con l’hashtag #primaglisfruttati, parafrasi del celebre slogan salviniano.
I braccianti, quasi tutti di origine africana, sono arrivati da Borgo Mezzanone, San Severo, Manfredonia, Cerignola, Lucera e altre città della provincia di Foggia. Lavorano a migliaia nei campi, anche per dieci ore al giorno, nella raccolta di pomodori, asparagi e cavolfiori, ricevendo misere paghe da pochi euro. Con sé hanno portato cartelli dagli eloquenti slogan – “In Italia ci sono ancora le leggi sul lavoro?” – denunciando l’assenza del governo e della Regione e chiedendo, pertanto, un incontro con il monsignor Francesco Cacucci, al fine di ottenere un’efficace mediazione della Chiesa, e con il Presidente della Regione Michele Emiliano, in questi giorni in Israele.
L’arcivescovo, attraverso don Vito Piccinonna della Caritas, ha subito risposto positivamente alla richiesta, recandosi sul luogo del sit-in e rassicurando i presenti: “Chiamerò il presidente della Regione Michele Emiliano e coinvolgerò gli altri vescovi pugliesi e poi sentirò papa Francesco”.
“Volentieri – ha poi aggiunto – mi faccio interprete di questi che sono l’espressione del riconoscimento dei diritti della dignità umana” precisando che “da parte nostra c’è un atteggiamento di difesa senza se e senza ma della dignità umana. Quello che non riusciamo ancora a realizzare in Italia è la seconda accoglienza, mi permetto di sottolineare questo e da parte vostra bisogna insistere su questo”.
Monsignor Cacucci ha posto l’accento su uno dei tasti più dolenti del tema immigrazione, ossia l’integrazione: “Non basta accogliere ma fare in modo che poi questa accoglienza sia dignitosa. Questo è il vero problema. Fino a quando non riusciremo a realizzare questo, si alimenterà da una parte l’idea di invasione e dall’altra non si riconoscerà dignità umana. Mi permetterò di indicare concretamente le proposte da fare. Non basta la denuncia se non arriviamo a fare proposte concrete”.
I lavoratori hanno denunciato contratti falsi e paghe da 25-30 euro al giorno. La maggior parte di loro vive a Borgo Mezzanone, il ghetto alle porte di Foggia che conta circa tremila persone, nonostante le quattro azioni di demolizione di manufatti abusivi disposte da febbraio a oggi dalla Procura di Foggia.
Gina Lo Piparo