Il presidente ha risposto alle forti critiche che alcune esponenti della sinistra gli hanno mosso nelle ultime settimane.

Nuovo scontro tra il presidente degli Stati Uniti e le deputate “radicali” del partito democratico. Questa volta, Donald Trump ha criticato il linguaggio usato dalle parlamentari di origine straniera, esponenti della sinistra americana, per aver usato più volte parole forti nei suoi confronti e nei confronti di Israele. Nello specifico, nel mirino del presidente sarebbero Rashida Tlaib, Ayanna Pressley, Ilhan Omar e l’ormai notissima Alexandria Ocasio-Cortez. Sebbene le quattro siano ormai diventate le paladine del partito di opposizione, diverse vanno le cose tra l’opinione pubblica, che sta gradualmente smettendo di apprezzare il loro operato.

Così, il tycoon ha risposto per le righe alle deputate in un tweet che ha subito scatenato numerose polemiche: “Se non sono contente di stare qui, possono andarsene. Queste sono persone, a mio avviso, che odiano l’America“.

Subito, ad inaugurare la furia progressista contro Trump sono stati gli stessi esponenti del partito democratico americano, che hanno prima mosso solidarietà alle colleghe, poi avanzato una risoluzione per “razzismo”. Hillary Clinton, la speaker della Camera Nancy Pelosi, l’aspirante candidato presidente Beto O’Rourke sono solo alcuni dei nomi scesi in campo per criticare il presidente. A loro si è poi unito anche il primo ministro canadese Justin Trudeau, da sempre voce ostile all’inquilino della Casa Bianca: “La diversità è la nostra ricchezza”.