Adesso rischia la rimozione dal governo
“La terapia di conversione degli omosessuali può avere risultati efficaci“. Sono queste le parole della discordia che nei giorni scorsi hanno scatenato un vero e proprio caso politico internazionale. A pronunciarle è stato Rafi Peretz, noto politico israeliano, ministro per Istruzione nel governo Netanyahu.
“Posso dirvi – ha proseguito Peretz – che ho una conoscenza molto approfondita della formazione e l’ho fatto“. Per l’esponente conservatore, quindi, una sorta di cura è possibile. Parole che hanno espresso legittimamente un punto di vista individuale ma che non potevano non scatenare numerose polemiche.
Per Nitzan Horowitz, il primo politico dichiaratamente gay che è a capo di un partito politico israeliano, il ministro “non merita di essere responsabile del futuro dei nostri figli“. Ne è stata quindi chiesta la rimozione dall’esecutivo. “La terapia di conversione è una cosa pericolosa che porta i giovani a situazioni difficili, al punto di (avere) pensieri suicidi”.
“I bambini israeliani non dovrebbero essere esposti al veleno omofobico emanato da qualcuno che afferma di dedicarsi all’educazione e ai valori” hanno dichiarato in blocco le associazioni lgbt presenti nello Stato di Israele.
Ma la situazione per Peretz sembra adesso farsi davvero complicata. A prendere le distanze dalle sue posizioni è stato addirittura il Premier Netanyahu. Per il capo del Governo “tali osservazioni risultano inaccettabili e non rispecchiano le idee dello stesso esecutivo”. Insomma, per il primo ministro l’ennesima apertura verso il mondo “arcobaleno”: soltanto pochi mesi fa, Netanyahu (che guida un partito conservatore) aveva nominato come ministro della Giustizia Amir Ohana, politico dichiaratamente gay.