L’ennesima vittoria della ‘cultura’ arcobaleno, contro chi vorrebbe semplicemente pensarla in maniera diversa
NBC News ha dato la notizia. Amazon ha tolto dal mercato i libri in lingua inglese del dottor Joseph Nicolosi, “il padre della terapia riparativa”, fondatore della clinica psicologica Thomas Aquinas (oggi chiusa) e dell’Associazione nazionale per la ricerca e la terapia dell’omosessualità (Narth). All’origine della decisione stanno naturalmente le pressioni della comunità LGBTQ.
Amazon è attualmente il più grande rivenditore di e-book, oltre a ricoprire anche il 42% delle vendite cartacee. È possibile acquistarvi veramente di tutto, anche in fatto di titoli. Si potrebbe comprare perfino una copia di “Mein Kampf”di Hitler, l’apologia di Grover Furr a Stalin, la guida per diventare un leader delle SS, tradotta direttamente dal tedesco, e persino “Milestones” opera dell’islamista radicale Sayyid Qutb che esorta i Musulmani alla jihad contro gli infedeli o i Musulmani all’acqua di rose. Nessuno – si spera – oggi dichiarerebbe apertamente di sostenere le tesi veicolate da questi libri, eppure non sono stati rimossi dal mercato; cosa rende le teorie del dottor Nicolosi così temibili?
Pur potendo non essere d’accordo con quanto da lui sostenuto, non ci si può non porre simili domande né fare a meno di interrogarsi su quali siano i rischi di una sempre maggiore ingerenza delle pressioni della comunità LGBTQ: arriveremo ad un nuovo “indice dei libri proibiti” determinato dalle preferenze di questa categoria, che si sta rivelando più potente – e influente – di quanto si fosse probabilmente pensato?
La censura dovrebbe sempre spaventare, perché è l’arma per eccellenza dei regimi dittatoriali.
Quali altri titoli salteranno, quali opere non saranno mai scritte perché giudicate fuori dai dettami della comunità LGBTQ? Chi ha stabilito tali dettami? E chi vorrà precludersi un accesso sul mercato del calibro di Amazon? Non possiamo non porci queste domande, a quanto pare oggi ci riguardano molto da vicino.
Gina Lo Piparo