La piccola aveva appena dodici anni.
Mentre il mondo occidentale si interroga sull’accoglienza, continuano le persecuzioni dei cristiani sparsi per il mondo. Questa volta la vicenda riguarda l’Iraq, dove i terroristi affiliati all’Isis hanno ucciso una bambina, bruciandola vita. La notizia è stata data dal quotidiano britannico “The Telegraph” e a raccontarla in Italia è stato “Il Giornale”. La piccola aveva 12 anni.
Secondo le ricostruzioni, dietro l’atroce gesto ci sarebbe una “mancanza” della madre nei confronti dello stato islamico. A Mosul, infatti, i musulmani hanno imposto una tassa di protezione alle altre religioni: si chiama jizya e consiste nel pagamento della protezioni, da parte della polizia segreta del Califfato.
La donna si sarebbe attardata nel pagamento, ritardando di pochi minuti alle richieste degli emissari dell’Isis. Ma il suo temporeggiamento ha scatenato le ire dei tagliagole. “Mentre la trasportavano in ospedale, ormai in fin di vita – ha raccontato l’attivista per i diritti umani Jacqueline Isaac -, la piccola ha pregato la madre di perdonare i propri aguzzini”.